Recensione : Miss Bee e il Principe d'inverno - Alessia Gazzola

by - marzo 13, 2025

Buongiorno lettori!
E buon marzo a tutti! Per la prima volta da non so quanti anni (probabilmente 43...) non vedo l'ora che questi mesi passino e che si arrivi magari non all'estate (il caldo non mi avrà) ma alla primavera si. Non so, quest'inverno mi sono annoiata e se devo proprio lavorare tanto vale avere almeno compagnia in ufficio (si, in inverno sono solo io in quel posto...). Quindi, salutiamo febbraio e diamo il benvenuto a marzo il mese che mi vedrà risistemare il giardino che al momento è un disastro colossale (se qualche giardiniere si vuole offrire...). 

Era il 2 marzo e scrivevo questa intro piena di entusiasmo... poi mi sono beccata l'influenza (ancora e ancora) e ho messo tutto da parte. Blog, lettura, gioia di respirare. Niente, lettori, non so cosa stia girando di questi tempi ma io una tosse così non l'avevo da un bel pezzo. Il risultato di questo lazzaretto che è diventata la mia vita è che a leggere ho anche letto (non tantissimo, ma quei 3 libri li ho portati a casa) ma non ho scritto mezza riga. E non si può andare avanti così. Perciò, tra un colpo di tosse e un fluimucil (che non mi sponsorizza, ma, visto che oramai in farmacia mi vogliono un bene dell'anima, se volessero...), riprendo a blaterale di libri con la recensione di Miss Bee e il principe d'inverno di Alessia Gazzola


MISS BEE E IL PRINCIPE D'INVERNO
(#2, Miss Bee)
di Alessia Gazzola 
Longanesi | La Gaja Scienza | 256 pagine
ebook €8,99 | cartaceo €14,90
14 gennaio 2025 | link Amazon affiliato

Derbyshire, dicembre 1924. È un freddo Natale ad Alconbury Hall, la residenza di campagna della nobile famiglia Lennox. Così freddo che nemmeno generose dosi di sherry riescono a riscaldare la mente e il cuore di Lady Millicent Carmichael, mentre detta le sue scandalose memorie alla nuova segretaria. Eppure, la giovane assistente improvvisata, che risponde al nome di Beatrice Bernabò detta Miss Bee, non potrebbe avere cuore e mente più caldi, anzi, incandescenti. Merito forse della splendida atmosfera di Alconbury Hall, coi camini accesi e scoppiettanti, le cene eleganti, le singolari e allegre tradizioni britanniche da onorare. Merito più probabilmente del visconte, l'affascinante Julian Lennox. Né va tralasciata l'eccentrica combriccola di convitati, a cominciare dal tenebroso Alexander, cugino di Julian con ascendenze russe, bello in maniera insopportabile ma dall'aria cupa e angustiata, un vero principe d'inverno. Beatrice però ancora non riesce a cogliere il sottobosco di tensioni che attraversa quella conturbante atmosfera natalizia. Tensioni che presto sfoceranno in eventi di crescente gravità: l'accusa di furto è soltanto l'inizio… Riuscirà Miss Bee a venire a capo dell'imprevedibile e pericoloso enigma?

Se l'altra volta era quasi un 4, questa volta è un 3 verso il 2,5
a volte si vince, a volte si perde...

Diamo il bentornata a Miss Beatrice Bernabò che, dopo appena un paio di mesi, è tornata in libreria con la sua seconda avventura e presto, il 18 marzo, farà tripletta con il terzo volume. Vi dirò, temevo un po' l'uscita in sequenza di ben tre libri, so che non sono una persona costante e quindi temevo di non riuscire a stare al passo. Invece eccomi qua, a parlarvi del Natale di Miss Bee nel Derbyshire, a Alconbury residenza di campagna del visconte di Warthmore. Non vi starò a raccontare la trama, anche perchè il libro è corto e vi spoilerei quasi tutto.

I punti forti di questa storia restano. Miss Bee è un po' segretaria morigerata un po' drama queen, perchè alla fine tutte a lei capitano e tutti di lei si innamorano. Ma non perdiamo il punto centrale. Beatrice è una protagonista che si fa amare, perchè è piena di sfaccettature, dolce e ingenua, civettuola, ma anche intelligente e attenta. Il suo personaggio continua a piacermi perchè si muove bene in scena, affrontando la storia ma lasciando anche spazio agli altri personaggi. E se nel primo libro i maschietti non mi avevano del tutto convinta, in questo secondo volume hanno fatto un passo avanti e si stanno delineando anche i loro caratteri e ruoli. Sarà che si è tolto dai piedi Kit...

Tuttavia... eh si tuttavia... ci sono un paio di punti che mi sento di criticare. Non sempre la congruenza storica c'è, ma vabbè soprassediamo (che non siamo qua per fare una lezione sugli anni 20). Quello che più mi ha infastidita è stata una scena dicamo un po' piccantina, non ne ho trovato il senso. È buttata là in mezzo, nel nulla, non serve a nulla, si conclude con un nonnulla. E non mi venite a parlare di spicy e altri cavoli! È proprio una scena decontestualizzata anche dal tono del romanzo, dalla sua ambientazione storica e sociale. E quindi mi domando: era necessaria? No. Se la togliete il romanzo fila che è un piacere anche senza.

Insomma, come nei classici valzer facciamo un passo avanti per farne uno indietro e tra una piroetta e l'altra siamo davanti a una di quelle letture di mero intrattenimento, che ti fanno passare un bel pomeriggio in compagnia, di cui magari aspetti con gioia il seguito, ma che alla fine, una volta chiusa, non ti fa sentire persa e sola, passi al prossimo libro col sorriso sulle labbra ma senza nostalgia. Leggerò il terzo libro? Certo! Sperando che questa volta ci sia solo il passo in più...

Alla prossima



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