Recensione: Elisabetta di York. L'ultima rosa bianca - Alison Weir

by - gennaio 07, 2025

Buongiorno lettori!
Come è iniziato questo 2025? La prima settimana non è stata male, ora non si deve fare altro che superare le successive 51 settimane. Che ci vuole?
Riprendono le attività qua sul blog e vi parlo della mia ultima lettura del 2024, Elisabetta di York. L'ultima rosa bianca di Alison Weir.


ELISABETTA DI YORK
L'ULTIMA ROSA BIANCA 
di Alison Weir
Neri Pozza | I Narratori | 576 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €23,00
21 luglio 2023 | link Amazon affiliato

Da che ne ha memoria, Elisabetta ha sempre saputo di essere importante: primogenita del re Edoardo iv e di Elisabetta Wydeville, la sua nascita è stata celebrata con la stessa gioia riservata a un erede maschio. I capelli tra il rosso e l’oro, gli occhi blu e i lineamenti delicati, non ha la bellezza algida della madre e tuttavia è graziosa; i suoi sogni sono popolati da cavalieri che salvano fanciulle e innamorati che si giurano fedeltà, come nelle storie d’amore che divora. Promessa sposa al Delfino di Francia fin dalla piú tenera età, a diciassette anni Elisabetta è una giovane donna che si appresta a compiere il proprio dovere. Ma quando una nuova alleanza politica manda a monte il fidanzamento, provocando la morte di suo padre, in quel vuoto si insinua, subdolo, il fratello del re, Riccardo iii, da troppi anni assetato di potere. Davanti a quella meschina usurpazione, alla famiglia di Elisabetta non resta che una soluzione: fuggire. Perché, come in una favola nera, la giovane e i suoi fratelli si vedono improvvisamente privati non solo del titolo, ma anche della loro stessa identità. Decisa a sopravvivere a ogni costo alla rovina, Elisabetta si trova cosí al centro dello scontro fra York e Lancaster: un campo di battaglia dove schiererà tutto il proprio coraggio e la propria intraprendenza. 
Attingendo a una ricca documentazione storica, Alison Weir racconta cosí la storia struggente, avventurosa e a volte tragica di Elisabetta di York, figlia, sorella, nipote e madre di re. Consorte modello, donna generosa e influente, Elisabetta visse uno dei periodi piú turbolenti della storia inglese, eppure riuscí a lasciare dietro di sé un’eredità destinata a specchiarsi nei secoli, e a concretizzarsi, anni dopo, in quella nipote che sarebbe stata la prima donna della dinastia Tudor a salire al trono: Elisabetta I.

2 come le... ruote che mi ha fatto girare

Lo posso dire? Che libretto lento e noioso.
Parto col dire che una parte della colpa è anche mia, l'ho letto male. Tra impegni vari e influenza me lo sono trascinata, me lo sono portato dietro un po' ovunque ma finivo col leggere solo qualche riga per poi metterlo via. 
Però la colpa è anche del libro stesso, sia chiaro. Avevo tanta voglia di uno storico, piccolo porto sicuro, e nonostante i pareri un po' gne mi sono intestardita e ho voluto leggere anche questo libro della Weir, autrice che ho tanto amato con la serie delle regine Tudor. Che cosa poteva andare mai storto! Ecco, un paio di cose. 

La scintilla della penna della Weir c'è, la sua accuratezza storica, il saper rendere moderna una storia di oltre 500 anni fa, umani e vicini i grandi uomini e donne del passato. Ma... si, MA... mi sono annoiata. 
La vita di Elisabetta di York è stata tutto tranne che noiosa, ha vissuto un'era di grandi cambiamenti e lotte, ha visto avvicendarsi tre re, è la sorella dei Principi della Torre, la madre di Enrico VIII, nonna di Elisabetta I. Insomma di cose ne sono successe nei suoi appena 37 anni di vita. Eppure la resa nel romanzo non è stata così viva e appassionante come lo è stata per Caterina di Aragona o Anna Bolena, protagoniste degli altri romanzi della Weir. E Caterina passò un sacco di anni da sola a cucire camice eh, insomma non sto carnevale di Rio. 

Tutta la parte dell'infanzia di Elisabetta è un continuo di "Papà è tornato", ci sono paragrafi su paragrafi che iniziano così. Un filo ripetitivo. Ma anche tutto il seguito è un continuo aspettare e stare a tavola. Una cosa l'ho imparata su sta donna: non dormiva mai, ma o mangiava o controllava i vestiti. Per carità, la storia era fatta anche di questo ma su quasi 600 pagine di libro qualche attesa poteva esserci risparmiata e velocizzata. 

Il punto più dolente di questo romanzo è proprio nella caratterizzazione della protagonista che passa dall'essere una bimba vivace e arguta (forse un filo troppo) a una ragazza altezzosa e piena di se, calcolatrice e, permettetemelo, anche un po' stronza. Il suo dichiararsi innamorata pazza di questo o quel futuro marito che le veniva propinato ha quasi del grottesco. Iniziamo col Delfino di Francia di cui si vede già in tenera età Regina, per poi passare a suo zio Riccardo III che aveva giusto giusto preso il trono con la forza probabilmente uccidendo i suoi fratelli spariti nei meandri della Torre di Londra, per poi sospirare nell'attesa che il SUO Enrico sbarcasse in Inghilterra per conquistare per lei la corona quale Regina legittima d'Inghilterra. Io sinceramente non voglio credere che Elisabetta fosse veramente così sciocca da credere che un possibile erede al trono metta insieme un esercito, parta dalla Borgogna all'Inghilterra, uccida il Re Usurpatore, metta a ferro e fuoco mezzo paese per... dire che la Regina legittima fosse lei e che lui faceva il Re Consorte. No veramente, non voglio crederlo. Eppure è quello che passa nelle oltre 500 pagine di questo libro che si fa pure leggere, ma che all'ennesimo paragrafo fatto di panni d'oro, tavole imbandite e lei che ci restava piccata perchè Enrico le faceva notare che lui ha combattuto per diventare Re, due Santi dal Paradiso li ho fatti cadere pure io. 

Resto sempre con la voglia di un libro della Weir dedicato a Enrico VIII o alla figlia Maria, ma se la resa deve essere come questo della rispettiva mamma e nonna, ne faccio anche a meno. 

Alla prossima




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