Recensione: Tutti hanno dei segreti a Natale - Benjamin Stevenson
Buongiorno lettori!
Questa settimana ancora non vi avevo deliziato con una nuova recensione, quindi eccomi qui a parlarvi di nuovo di morti ammazzati in un libro. Sto periodo, infatti, ho la fissa per i gialli... vabbè, tranquilli, tra un po' cambiamo genere. Un mesetto fa è uscito sempre per Feltrinelli un nuovo libro di Benjamin Stevenson dedicato al Natale... più o meno... Tutti hanno dei segreti a Natale. Ne parliamo un pochino insieme ma fossi in voi non mi affretterei in libreria...
TUTTI HANNO DEI SEGRETI A NATALE
di Benjamin Stevenson
Feltrinelli | Narratori | 224 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
29 ottobre 2024 | link Amazon affiliato
Mi chiamo Ernest Cunningham. Ero un fan dei gialli dell’Epoca d’oro finché non sono diventato, mio malgrado, fin troppo esperto in materia. Quest’anno a Natale contavo sul fatto che qualsiasi assassino che si rispetti se ne stesse in panciolle a scartare regali e abbuffarsi, ma mi sbagliavo. Quindi eccomi qui, nel backstage dello spettacolo del mago di fama mondiale Rylan Blaze, il cui committente è appena stato assassinato. I miei sospettati sono tutti imbroglioni professionisti, maestri nell’arte del depistaggio: oltre al mago, un esperto di trucchi e travestimenti, un’ipnotista, una responsabile finanziaria, una gemella, uno psicologo, un tecnico delle luci e degli effetti speciali. I miei indizi sono ancora più fumosi: un disperato messaggio di aiuto, un omicidio commesso senza mettere piede nella stanza in cui accade e un calendario dell’Avvento. D’altronde, è pur sempre Natale. Se riesco a vedere oltre le illusioni, so di poter risolvere il caso. Dopotutto, un omicidio ben congegnato è un po’ come un trucco di magia, no? Dopo il grande successo di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno e Tutti su questo treno sono sospetti, Benjamin Stevenson ritorna con un episodio speciale della sua serie bestseller che ha per protagonista Ernest Cunningham. Un giallo sferzante e pieno di ironia, costruito come un calendario dell’Avvento, in cui ogni capitolo contiene un indizio per giungere alla soluzione finale. Il Natale, si sa, può essere micidiale.
2 perchè è Natale e a Natale siamo tutti più buoni...
ora cacciate fuori il mio cioccolatino!
Io mi domando solo una cosa: perchè alcuni autori (e editori) decidono di farsi del male così? Ve la posso dire una cosa da lettrice direi piuttosto accanita oramai? Smettetela di tirare fuori libri solo per l'occasione (in questo caso Natale)! O mi dai un romanzo vero e a 360° o lascia perdere! Pure Stevenson ha ceduto al romanzo che "non è un nuovo romanzo della serie ma più un'aggiuntina natalizia". Per questo è ambientato a Natale e ha questo formato così strano. Perchè? Perchè tirarmi fuori una storia così? Dicendo per altro già che arriverà un nuovo romanzo a breve? Il tutto è ambientato nel Natale australiano che, diciamolo, non è che sia tutto 'sto Jingle Bell eh. Infatti quasi me lo ero dimenticata che fossimo a Natale. La storia in questo non aiuta perchè il buon Ernest, oramai scafato scopritore di assassini che inizia ad arrogarsi il diritto di definirsi quasi detective (ehm...), piglia e parte perchè l' ex moglie Erin gli manda un messaggio difficile da ignorare: è accusata di aver ucciso il compagno, noto filantropo e fondatore di un'associazione teatrale che aiuta i tossicodipendenti. Bon, andiamo... dove? Ma allo spettacolo natalizio dell'associazione (si, si fa comunque, pure dopo il morto), quest'anno con niente meno che un famoso mago, dove si radunano tutti i possibili sospettati. Perchè è impossibile che Erin lo abbia ucciso (se lo dici tu...).
Io già al collegamento Australia... Natale... Magia... un po' ho vacillato eh. Ma Ernest lì abita quindi facciamocelo andare bene. Ma la magia... che ci azzecca??? Mah. Vabbè sta di fatto che Ernest inizia ad indagare (a che titolo nessuno lo sa) e cerca di capire chi potesse avere un movente. Risposta: tutti. A giro tutti diventano possibili sospettati tanto che ad un certo punto io mi ero aspettata il classico dei classici, ossia che gli assassini fossero tutti. Perchè anche in questo "non terzo libro" Benjamin/Ernest sciorina le basi del giallo classico, le regole d'oro perchè un giallo sia un giallo e guai a uscire fuori dal seminato. Cosa simpatica il primo libro, carina il secondo ma ora anche basta! A questo poi aggiunge una struttura a calendario dell'avvento che non ho mica tanto capito alla fine. Ogni capitolo una casellina... ok, tanto ora va di moda il calendario dell'avvento.
Il giallo alla fine c'è (e fai pure diverso dopo la manfrina del giallo perfetto), è intricato, intricatissimo, pure troppo. Ammetto anche di essermi un po' persa su chi fosse chi e sul perchè poteva aver ammazzato qualcuno. Questo è dovuto anche al fatto che i personaggi che circondano il protagonista non è che siano proprio memorabili, anzi. La storia in sé ha un che di... dimenticabile.
Ma vogliamo arrivare al finale? Spoiler cerco di non farveli come sempre ma dovete sapere che ho trovato piuttosto assurdo come Ernest decide di comunicare le sue intuizioni. Vi dirò solo che decide di farlo su una funivia col pavimento di vetro... Ma la capite la cavolata della cosa??? Più andava avanti nella descrizione più pensavo di non aver capito, chissà magari vetro in "australiano" vuol dire robusta struttura che non si creperà mai nei secoli dei secoli amen! No? E allora qua c'è qualcosa che non quadra.
Insomma, questa volta temo che l'autore l'abbia fatta fuori dal vaso. È un romanzo che era meglio non spuntasse fuori, perchè è lì tra due storie più corpose, in cui probabilmente è più semplice narrare un'indagine tanto complessa. Ma non solo. Il suo protagonista sta prendendo troppa consapevolezza di sé e del suo ruolo, diventando saccente e irritante nel sue conclusioni.
Alla prossima
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