Recensione: Il manoscritto - Franck Thilliez

by - ottobre 10, 2024

Buongiorno lettori!
In questo ottobre con non tantissime uscite (soprattutto in questa prima metà del mese non mi sembra escano chissà quanti libri) io sono andata a recuperare un libro uscito nel lontano 2019 e di cui mi hanno fatto una capoccia tanta! No scherzo dai, ne hanno e me ne hanno parlato tante persone, ho sentito tutti pareri molto positivi, Nipote a me me lo ha regalato quindi ho voluto anche io leggere Il manoscritto di Franck Thilliez (per la pronuncia chiedete alla Libridinosa che a lei viene tanto bene).


IL MANOSCRITTO
di Franck Thilliez
Fazi | Darkside | 500 pagine
ebook €12,99 | cartaceo €18,00
5 settembre 2019 | link Amazon affiliato

Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.

Cari lettori, vogliamo fare una cosa un po' diversa? Lo vogliamo fare strano (e fidatevi, in 'sto libro lo fanno stranissimo)? Perfetto, iniziamo dalla fine! Si si, capito bene, la fine è il nostro inizio...

E per rispettare fino in fondo il lavoro di Caleb, mantenere fino all'ultima parola lo spirito di questo libro, serviva un finale come quello che scoprirete. Se siete stati attenti durante la lettura, troverete per forza la risposta alla domanda che vi farete.

Ora, caro Franck... No, io non c'ho capito una Torre Eiffel! E non dire che non sono stata attenta eh! Lallì mi aveva avvisata, io ho preso appunti, pagine su pagine di appunti. Ma tu sei crudele, mi fai venire in testa una domanda, mi fai sbirciare una strada, mi apparecchi una soluzione, fai incastrare tutto, è tutto perfetto, mi fai pure il riassunto e poi... Eh ma no, la soluzione non può essere questa! Il bello è che, dopo averci ingolositi con le tue descrizioni, le tue spiegazioni (si, ci hai fatto anche venire un pochetto di nausea, ma ne parliamo dopo), dopo averci stuzzicato l'animo da Sherlock con i tuoi enigmi, con le identità, con le scoperte... ci dai praticamente dei cretini perchè ci siamo cascati, ci abbiamo creduto. Io ti vedo nel tuo studio a ridere a crepapelle e a pensare "ma come?? Siamo solo a pagina 125 e secondo te già ti do la soluzione? E delle altre 350 pagine che ci facciamo? Barchette di carta?". Che poi c'hai pure ragione tu, ma lì, sul momento uno pensa di essere tanto furbo da aver sbrogliato la matassa e di aver trovato il colpevole, e invece...

E invece, cari lettori, mettetevi comodi se avete intenzione di leggere questo romanzo. Thilliez, infatti, ha saputo creare un thriller che sembra un po' come tanti altri ma che invece "è un rebus, avvolto in un mistero che sta dentro ad un enigma" (Churchill la sapeva lunga eh). 

Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete.

Già partiamo complicati, perchè si tratta di un romanzo nel romanzo (con altri romanzi dentro), una perfetta struttura a matrioska che riflette l'anima stessa del romanzo ( e non dimenticate questo verbo, riflettere). Perchè quello che prima di tutto bisogna risolvere non è il giallo ma è come leggere il romanzo stesso, la sua chiave di lettura. L'autore ci metterà in guardia qua e là e starà a noi riuscire a risolvere questo mistero. È questo, infatti, un romanzo che non solo richiede molta attenzione ma pretende anche che il lettore non sia lì in un angolo solo ad osservare, ma che sia attivo nella ricerca, che spulci, che analizzi, che si conquisti un po' il suo finale. Direte, vabbè capito un po' questa cosa poi è in discesa... Naaaa. Thilliez non si risparmia e tra un colpo di scena, un passaggio più truculento ( ma mai in maniera nonsense) dell'altro e racconti davvero forti, non ci dà un finale semplice, lineare. No anche lì, letta l'ultima riga avrete l'impressione che il racconto inizi proprio in quel momento, che ora potrete rivedere la storia dal giusto punto di vista. Ovviamente se, e solo se, decripterete l'ultimo enigma. Io ci sono riuscita? No, io ho urlato alle 9 del mattino a Lallì un pacatissimo "CHE CAVOLO DI FINALE È QUESTO?'", proprio una contessina...

È un romanzo che va letto? Assolutamente si. Siete amanti del thriller ma come me siete anche un po' stufi del "solito grande triller" che di grande ha solo il corpo del carattere? Ecco, siete approdati nelle pagine giuste. Avrete delle reminiscenze da giallo classico (sul finale vi sentirete a casa pensando alle cascate di Reichenbach) ma tutto il resto sarà pura sorpresa, anche puro voltastomaco ogni tanto ma è proprio quello che ci si aspetta fin dall'inizio. Non è una storia semplice quella che l'autore si è inventato, è una storia malata, che forse non vorrete leggere ma che finirete con lo sbirciare tra le dita, perchè anche voi, come Léane o Vic vorrete capire, o meglio dovrete capire, ne sentirete la necessità.  
Continuerò la serie? Ovviamente si!
Comunque Franck tranquillo, non sono pericolosa... quasi mai...

Alla prossima




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