Recensione: Come diventare Anna Karenina (senza finire sotto un treno) - Eleonora Sottili

by - settembre 19, 2024

Tranquilli, non sono un'apparizione! Qui niente miracoli. Potrei dirvi che sono tornata, che l'estate è finita e che ora tornerà tutto come prima, più di prima. Ma no, non sono ancora ufficialmente tornata. Perché se i Righeira ci deliziavano l'anima con un L'estate sta finendo, io purtroppo devo fare i conti con un fine stagione che si intestardisce a rimanere, o meglio a rimanermi sul groppone, anche se almeno a temperature ora iniziamo a ragionare. Non è stata una stagione facile ( e quando mai lo è), ma quest'anno è stata forse ancora peggio del solito. Me la sono e me la sto trascinando, e io stessa non mi sento in grado di affrontarla. Per farvela breve, cari lettori, è un periodo no. Come accadono purtroppo a tanti, ma quando capita a te è sempre tutto più nero, vero? Ora mi serve una spinta finale e speriamo di non finire con lo sbattere contro un muro (nel caso almeno fatemi togliere gli occhiali che se no si rompono).
Ma in tutto questo pessimismo e fastidio avrò letto qualcosa? Si! Ben due libri. Ne avevo iniziato un terzo ma l'ho abbandonato a pagina 4, un successone proprio! Di uno dei due sopravvissuti non vi parlerò, è un libro di memorie che alla fine mi è sembrato solo un ammasso di lagnette, insomma meglio evitarselo. Dell'altro invece ho proprio voglia di parlarvene perché è stato il libro giusto al momento giusto! Si tratta di Come diventare Anna Karenina (senza finire sotto a un treno) di Eleonora Sottili, edito Einaudi.


Come diventare Anna Karenina
(senza finire sotto un treno)
di Eleonora Sottili
Einaudi | I coralli | 256 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €17,50
11 giugno 2024 | link Amazon affiliato


Scavalcare una corda rossa e poi mimare un insetto in volo, passeggiare con i sensi all’erta, arrampicarsi sugli alberi, nuotare nell’acqua gelata. Sembrano le attività di un campo scout, invece è un corso di scrittura. Almeno così diceva il volantino che Eleonora ha interpretato come un segno del destino. Ma il destino tende a contraddire le aspettative, e infatti a guidare il corso c’è un tizio belloccio che fa l’attore e sembra seriamente convinto che nella scrittura, e forse pure nella vita, la questione sia tutta lì: scavalcare o non scavalcare quella corda rossa. E se avesse ragione lui? Se provando a diventare la persona che vorrebbe essere, Eleonora potesse scoprire chi è davvero? Un libro allegro e inconsueto, che mescola le forme narrative e le voci, le trame dei grandi romanzi alle biografie dei loro autori. La storia di un’educazione letteraria (e sentimentale) avventurosa, un po’ sghemba e strenuamente spensierata. Eleonora, «trentadue anni, impiegata di concetto, sposata felicemente», da bambina ha scritto un romanzo sulle pecore che ha mandato in solluchero la mamma. Ed è stata proprio sua madre a piantarle in testa il sogno di diventare una scrittrice, ma da quel momento Eleonora non ha più buttato giù una sola riga, neppure sulle pecore, limitandosi a farsi fotografare di tre quarti con sguardo assorto come i grandi romanzieri. Veste di scuro, ha capelli e unghie fragili – e fragile sembra anche la sua felicità: si è impegnata talmente a non farsi sovrastare dal dolore, che adesso non sente più niente con chiarezza. Solo un disagio che ha imparato a ignorare, come si ignora una goccia d’acqua fredda che ti cola sul gomito mentre lavi i piatti. Quando finalmente si decide a frequentare un laboratorio di scrittura, scopre che i suoi compagni, un manipolo di studenti malinconici e sentimentalmente instabili, sono tutti come lei: aspiranti scrittori che però non scrivono mai. A guidarli c’è Enrico, che sembra materializzarsi giusto il tempo delle sue lezioni. Sarà perché fa l’attore, ma il suo metodo appare fin da subito poco ortodosso. Anziché farli scrivere, li obbliga a recitare nei panni di Romeo e Giulietta. A bruciapelo rivolge loro domande tipo: «Siete innamorati come Emma Bovary?», «Brillate come Anna Karenina?», «Sareste capaci di vivere nei boschi?» Spaesati, addirittura sospettosi, Eleonora e i suoi compagni si ritrovano così a studiare – e a copiare – le abitudini e le manie di Tolstoj, Mary Shelley, Stevenson e Conan Doyle, ma pure quelle dei loro personaggi. E intanto le loro storie si intrecciano, e qualcuno comincia a confondere i romanzi e la vita…

Dimmi un po', spiritello, hai suscitato punto per punto la tempesta in mare che t'avevo ordinato?

Che un libro possa cambiarti la vita, lo ammetto, a me è sempre sembrata un po' 'na cazzata (ops, 'sto francese che ogni tanto mi scapuzza fuori), a meno che tu non sia Jk Rowling e ti vada a inventare un maghetto che ti renderà ricca, ma quella è altra cosa. Però che un libro arrivi al momento giusto per risollevarti il morale o per farti vedere la vita con lenti colorate di rosa (eeehhhh 'sta Francia che mi scorre nelle vene proprio! E mo aridatece la Gioconda! Ah no niente...) su quello ci credo anche perché a me è capitato proprio con il libro di Eleonora Sottili. L'ho comprato per curiosità (e per aderire alla promo dello zaino di Einaudi... e che ci volete fare, sono schiava dei gadget) e letto per disperazione. Ero in un vero e proprio buco nero, fatto di telefonate e mail, di pensieri nefasti che mi tenevano sveglia alle 4 del mattino a pensare se avevo o meno fatto una cosa, di dubbi su di chi mi potessi o meno fidare, insomma ero nella m... fino al collo. Periodo nero aggravato dal fatto che non riuscissi a leggere mezza riga. Poi mi sono ricordata di questo libro, non lungo così non mi sarei sentita in colpa (che non era proprio il caso di aggiungere umore nero su umore nero) a farlo stazionare sul comodino e me lo sarei potuta portare dietro, dalla copertina carina e poi prometteva di non farmi finire sotto un treno... insomma,  sono promesse serie queste eh!! E quindi via a leggere di Eleonora e del suo corso di scrittura creativa, corso scoperto per caso dopo un cinema ma, anche lui, arrivato al momento giusto. Eleonora è sposata, lavora come "impiegata di concetto" in un'assicurazione e ha da poco perso il papà. La sua vita sembra non avere alti e bassi ma più che altro essere una linea piatta. Ma c'è una cosa che Eleonora ha fatto e che è stato l'apice della sua esistenza: ha scritto un romanzo sulle pecore! ... si avete letto bene, un romanzo sulle pecore che ha mandato in estasi sua madre e che ha portato Eleonora a non scrivere più mezza riga, solo a farsi foto di tre quarti come i grandi scrittori e a fantasticare su come i posteri avrebbero sfiorato la sua scrivania con timore e venerazione pensando "Qui la scrittrice si sedeva per scrivere". Insomma, Eleonora è stata da sempre un vorrei ma non posso, fino a quando il destino ci mette lo zampino e il foglio del laboratorio di scrittura creativa di Enrico finisce nelle su mani, laboratorio seguito da uno sparuto numero di partecipanti, tutti aspiranti scrittori che però non hanno mai scritto niente e che sono anche loro un crogiolo confuso e instabile di sentimenti. E indovinate? Tra corde rosse da superare, diari di grandi scrittori da copiare e piante da accudire, il nostro manipolo di allievi non scriverà niente ancora per molto ma in compenso reciteranno Romeo e Giulietta, impareranno a guardarsi con gli occhi di altri e seguire strade che mai avrebbero pensato di poter imboccare.

Un po' romanzo, un po' diario sentimentale, Come diventare Anna Karenina ha il pregio enorme di parlarti di classici senza farteli detestare, e non è cosa da poco. Intrecciando l'amore per la letteratura e per le storie romantiche e drammatiche degli scrittori con quella di Eleonora, l'autrice ha saputo proporre ai suoi lettori il fascino della grande letteratura, quella fatta di amori turbolenti e che al 95% finiscono male (l'altro 5% finisce malissimo... l'ottimismo non fa proprio parte dei grandi scrittori eh), di odi e avventure. In parallelo la vita di Eleonora che, da piatta e monotona, diventa piano piano altro, non migliore o peggiore, solo diversa, fatta di amiche con cui andare a cercare le piante da accudire, di un ragazzo con cui scambiarsi fugaci sguardi, di un amore che chissà a dove porterà. 
Un piccolo applauso voglio farlo all'epilogo che non solo dà una chiusa alla storia di Eleonora ma anche a quella di tutti i personaggi che la circondano e perfino ad Anna Karenina. Lo posso dire? Mi ha dato una senso di completezza, di soddisfazione come non ne provavo da tempo! E forse un po' anche questo avevo bisogno in quel momento: la sicurezza che una fine c'è e che non sempre ha il suono di un treno. Troppo melodrammatica? Forse ma il bello della letteratura e della lettura è anche in questo, esagerare per poi, con un sospiro di sollievo, tornare con i piedi per terra. 
Divertente, ironico, con forse qualche personaggio un po' meno riuscito o meno incisivo, ma con la forza del potere della lettura e della scrittura a farla da padrone, Come diventare Anna Karenina è un romanzo un po' strano, che alterna una vita comune a quella dei grandi scrittori, passi da manuale di lettura e di scrittura ai grandi romanzi dell'800, è un romanzo sul potere salvifico delle storie che, se sarete fortunati e tanto bravi da leggerlo, aiuterà un pochino anche voi.

Alla prossima






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