Recensione: Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Sud America? - Antonio Manzini
Buongiorno lettori!
Sembra ieri che vi parlavo di ELP di Antonio Manzini... vabbè era il 25 ottobre, praticamente l'altro ieri. Ma vi ricordate cosa vi dicevo? Che era in arrivo un altro libro. Ebbe si, ecco qua la recensione di Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Sud America?.
Rocco Brizio e Furio buttarono fuori l'aria che non s'erano accorti di aver trattenuto in un'apnea emotiva fino a quel momento.«Che cazzo abbiamo visto?» chiese Furio.
La prima domanda davanti a questo libro è: ma ci starà il titolo nell'intestazione del post? No perché lo spazio non è molto e qui Manzini ha strizzato l'occhio alla Wertmüller... pure due di occhi.
Cosa ci propone questa volta Manzini? Siamo davanti a un racconto lungo che si inserisce, stando alla bandella, dopo Le ossa parlano ma prima di ELP. Nel racconto non notiamo questa precisazione e anche dalla lettura di ELP non si ha la sensazione che qualcosa sia successo o che Rocco & C. abbiano fatto migliaia di km alla ricerca dell'"amico". È una cosa che spiazza un po', perché sembra quasi che questo episodio non sia mai avvenuto nella vita di Rocco. Ma cosa succede? Rocco e Brizio salgono su uno scomodissimo aereo alla volta del Sud America alla ricerca di Furio che cerca Sebastiano. Perché? Non ve lo dico perché se non avete letto Vecchie Conoscenze e seguito vi rovinerei un tassello fondamentale della storia. Vi posso però dire che Rocco e Brizio gireranno per mezzo continente sudamericano prima di giungere al quid e di chiudere finalmente un cerchio.
Questo rappresenta questo lungo racconto. Chiude un filone aperto in quel lontano 7-7-2007 e che ha portato Rocco a ricoprirsi di polvere e ombre. Ho fatto più supposizioni sul perché Manzini abbia deciso di fare un librino a parte su questo specifico filone. Forse l'idea gli è spuntata fuori a ELP concluso, forse voleva sottolineare che almeno questo filo nella vita di Rocco è morto e sepolto, forse non voleva mettere troppa carne al fuoco negli altri libri. Fatto sta che ha tirato fuori un racconto che per certi versi mi è piaciuto, per altri ha messo fine alle mie paturnie sul povero Rocco, per altri ancora mi ha fatto saltare un po' la mosca al naso, convincendomi che Manzini non volesse più in scena Sebastiano e dovesse trovare un modo per non trascinarsi il dubbio di un suo ritorno nei libri futuri. Mi è piaciuta come idea? Uhm, in parte. Se non altro non è sceso a patti con l'idea di un Rocco in Sud America mentre ad Aosta la sua squadra svolgeva un'indagine, esentandolo dall'ennesimo decimo livello. Mi è mancata però un po' di ciccia in questo racconto. Se non potevo immaginare come sarebbe terminato, il viaggio in sé non mi ha stupito moltissimo poiché l'autore ha riproposto aspetti e comportamenti ormai consolidati nella storia.
In soldoni, e lo so che è quello che vi state chiedendo: era necessario? In parte si, proprio per dare una chiusa a questo benedetto filone, ma si poteva trovare un modo diverso, alternativo per darci questo ma per non snaturare la storia di Rocco Schiavone, fatta di Roma, Furio e Brizio ma che oramai è legata a triplo filo anche ad Aosta, a Lupa, D'Intino, Caterina e via dicendo.
Ragionando su questa recensione un pensiero si è fatto strada: potrebbe questo essere un precedente pericoloso? C'è il rischio che mi ritrovi fra uno o due anni un racconto simile a se stante (con una copertina ancora più brutta anche se pare difficile...) che ne so, su Italo ad esempio? O su Gabriele? In fondo, a pensarci bene, è un modo semplice per chiudere con un personaggio o con una parte della storia, non lo inserisco in un romanzo più ampio, faccio un racconto a parte, vincolo la fine con un patto (non ve lo posso spiegare) et voilà. Personaggio andato, filone narrativo chiuso, avanti il prossimo!
Lo sapete, per me è sempre bello ritrovare Rocco, mi affeziono ai personaggi e se una serie mi piace vorrei sempre un libro in più. Ma la cosa deve avere senso nell'economia della serie appunto e in questo caso si poteva fare qualcosa di più.
Hasta luego vicequestore Schiavone, tanto lo so che non è finita qua!
Dopo Vecchie conoscenze e Le ossa parlano, il vicequestore Rocco Schiavone è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. L’antefatto è lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. E adesso Rocco e Brizio devono impedire «la pazzia» di Furio, ma vogliono anche capire i perché di Seba, quali sono stati i motivi profondi di quel tradimento orribile con cui Rocco ha già provato a fare i conti, in modo da poter dare l’addio come si deve a un’amicizia vecchia quanto loro. La ricerca appare vana, perché il continente è immenso e chi scappa lascia solo labili indizi, sospeso in realtà tra scomparire e voglia di spiegarsi o di espiare. Il vicequestore, da fine investigatore, sa bene come armare una caccia spericolata, e Brizio è abbastanza svelto di mano da spalleggiarlo adeguatamente. In questo miscuglio di thriller e psicologia, è inevitabile che nella mente di Rocco si affollino i tanti ricordi di un’infanzia con la banda a Trastevere, quel piccolo mondo dove solo un fortunato caso ha deciso che Schiavone sia diventato un poliziotto e non un «bandito», una guardia e non un ladro, al pari dei suoi inseparabili compari, uniti in un’amicizia che non c’è più, distrutta dal tempo, dal destino o forse solo da appetiti personali. Ritrovare Sebastiano misteriosamente scomparso in Sud America sarà forse possibile. Impossibile ritrovare l’amico. Antonio Manzini torna a raccontare i fantasmi del suo vicequestore, ma questa volta lo fa per chiudere un cerchio, uno dei più dolorosi della sua vita.
RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L'AMICO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN SUD AMERICA?
di Antonio Manzini
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Alla prossima
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