Recensione: Il ballo delle pazze - Victoria Mas
Buongiorno lettori,
Il libro di cui vi parlerò oggi è piccolino ma mi ha fatto provare tante emozioni. Si tratta de Il ballo delle pazze di Victoria Mas. Lallì mi ha prestato la sua copia e non la ringrazierò mai abbastanza.
IL BALLO DELLE PAZZE
di Victoria Mas
Edizioni e/o | Dal mondo | 192 pagine
ebook €11,99 | cartaceo €16,50
10 febbraio 2021 | Edizioni e/o
Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene.
Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…
L'ospedale ha un aspetto sereno, ma ciò non vuol dire che gli spettri di quelle donne abbiano lasciato i luoghi. È un posto carico di fantasmi, urla e corpi martoriati, in cui bastano i muri a farti diventare pazza, se non lo sei già arrivando, in cui dietro ogni finestra qualcuno spia, qualcuno vede o ha visto.
Entrare alla Salpêtrière significa chiudere definitivamente con il mondo, rimanere risucchiati in un sistema che ti considera e ti considererà pazza qualsiasi cosa tu faccia. Che tu gridi o sia remissiva, che preghi o bestemmi, che tu sia paralizzata o scossa dalle convulsioni. Se hai superato il suo portone non importa che sia una borghese o no, veramente folle o solo curiosa, non importa niente, sei e sarai sempre un'alienata, una creatura a metà strada tra una malata e un fenomeno da baraccone; uno scarto della società, qualcuno che le famiglie, là dove ci siano, vogliono nascondere e mai più rivedere. Questo si ritrova ad essere dall'oggi al domani Eugénie, tradita dalla nonna, dal fratello e dal padre. Ha un dono, sentire gli spiriti, vero o falso che sia poco importa. Se sente le voci è pazza, se non le sente e mente è una mitomane, il suo destino è di marcire nel prestigioso manicomio femminile di Parigi, nato come discarica degli strati più abbietti della società come prostitute e ladre e divenuto verso fine '800 un centro all'avanguardia per la cura (poca) e l'osservazione (tanta) di quelle che erano considerate malattie femminili, l'isteria, la pazzia, la mitomania. Tra le alienate in realtà c'è di tutto un po', ma soprattutto ci sono donne, ragazze, bambine che hanno subito violenze o che sono state rifiutate, qualcuna soffre di epilessia, ma per lo più Eugénie si trova a dover convivere con la povertà, il maschilismo, la violenza.
Cappella di Salpêtriére (foto di Vaughan da en.wikipedia.org) |
In questo librino di appena 180 pagine o poco più Victoria Mas ha saputo dare un quadro molto preciso ed esaustivo della Salpêtrière che esiste realmente ancora oggi come ospedale e che in passato ospitava i pazzi incurabili prima e le donne affette da "malattie nervose" poi. Nella sua enorme struttura fatta di giardini, vicoli, corridoi e camerate, hanno vissuto decine e decine di donne additate dalla società semplicemente come pazze. L'autrice però riesce a parlarci di queste donne, poco più che fantasmi per il resto del mondo, che in un modo o nell'altro erano di intralcio per il ciclo naturale delle cose. Chi come Louise fu abusata da piccola, chi come Therese fu tradita da un uomo, chi come Eugenie era considerata diversa. E questo è solo l'apice di un iceberg che purtroppo sappiamo essere molto più grande, basti pensare a quelle ragazze che rifiutarono un matrimonio o che, Dio non voglia, volevano studiare, apprendere, conoscere. Secoli prima sarebbero state streghe, allora furono pazze o isteriche.
Il ballo delle pazze da voce a questi fantasmi, ci fa conoscere una storia molto comune all'epoca, senza cercare la pietà o il magone ma offrendoci la verità, a volte brutale, ma concreta, schietta. Si legge in un soffio e si finisce con un misto di pace e ingiustizia, una sensazione strana che ti fa ricordare quelle donne, troppe chiuse lì e dimenticate.
Alla prossima
1 comments
Ho anch'io in programma di leggere questo romanzo sulle donne difficili che la società tende a nascondere e mi conforta vedere il tuo parere positivo :)
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