Recensione: Gli altri - Aisha Cerami
Buongiorno lettori!
Vi avevo promesso una settimana piena di recensioni? Ed eccomi qui a parlarvi di un'altra delle mie ultime letture, Gli altri di Aisha Cerami. Questa sera l'autrice sarà a Ravenna a presentare il suo romanzo, io volevo andare ma il dottore ha detto riposo quindi non potrò essere presente, ma se siete in zona... ore 18 Biblioteca Classense!
GLI ALTRI
di Aisha Cerami
Rizzoli | Rizzoli narrativa | 288 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,00
10 settembre 2019 | scheda Rizzoli
Il Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino? All'arrivo dei nuovi inquilini - una giovane coppia con un figlio di dodici anni - i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, "gli altri" sembrano i vicini perfetti... eppure c'è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l'aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati "gli stranieri" a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove?
Vivere in un condominio può essere un vero inferno, soprattutto nei rapporti coi in vicini: rumori, urla, mobili spostati, briciole dal balcone. Per non parlare delle riunioni di condominio, delle vere e proprie battaglie dove tutto vale! Ma non è lo stesso al Roseto, ridente condominio periferico in cui sembra esserci perfetta armonia tra i condomini, in cui ci si incontra settimanalmente a casa di uno o dell'altro, in cui ci si prende cura insieme del giardino. Tutto perfetto... fino a che non muore Dora. La figlia decide di vendere l'appartamento e presto arrivano loro, gli altri! Una famiglia che non sembra voler entrare nello spirito del condominio, che si fa i fatti propri, non partecipa alle riunioni e lascia a casa da solo il figlio di 12 anni. Sono un mistero questi altri, ma soprattutto sono l'innesto per aprire finalmente le vite che si nascondono dietro le porte del Roseto. Violenze, menefreghismo, ossessioni e tanto altro dietro alla facciata perfetta.
@Foto di Ben Kerckx da Pixabay
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Io che, lo ammetto, do sempre una sbirciatina sul pianerottolo prima di uscire per non incappare nel vicino rompiscatole o logorroico, al Roseto non avrei mai potuto mettere piede. Inizialmente ci troviamo veramente davanti alla casetta del Mulino Bianco in versione a più piani, dove tutti si conoscono, si aiutano e si proteggono. Francamente un filino inquietante tutta questa perfezione, che già dalle prime pagine mi fa sospettare una cantina piena di cadaveri (per carità, spolverati e tenuti in ordine come regolamento vuole, ma pur sempre cadaveri). La morte di Dora dà il via ad una catena di eventi che rivelerà la vera natura di questi condomini perfetti, nascosti dietro alle loro regole d'oro. Prima regola del Roseto? Farsi i fatti propri, naturalmente sapendo in realtà tutto quello che avviene a casa degli altri. Così se Romana viene pestata a sangue dal marito tutti lo sanno ma nessuno vuole impicciarsi e denunciare.
Con l'arrivo degli altri, degli estranei, l'aria al Roseto cambia e tutto va in malora. In un perfetto gioco allo specchio, l'autrice ha saputo far riflettere gli avvenimenti e le verità dei personaggi sul condominio stesso. Così, mentre scopriamo nefandezze, crudeltà e ossessioni, piano piano una macchia di umidità si allarga a deturpare la facciata dello stabile, il giardino va in malora e un topo fa la sua comparsa tra le siepi e gli alberi attivando una vera e propria caccia alla povera bestiola. E così, come l'edificio va in malora, noi scopriamo la natura dell'essere umano, l'imperfezione dietro la facciata e la crudeltà che si annida anche là dove non si crede. E proprio la crudeltà è un tema che ho molto sentito nella lettura, in tutte le sue gradazioni, dalla cattiveria alla vera e propria violenza, quella psicologica e quella fisica, contro due ragazzini, contro una donna, contro se stessi, anche contro ad un povero roditore.
A fine lettura ammetto di essere rimasta molto spiazzata. Il romanzo scorre, si legge bene, lo stile si destreggia bene tra il racconto schietto e asciutto e qualche descrizione in più. Ma... alla fine mi è rimasto un po' di malessere intorno al cuore, una strana sensazione mista di incredulità e disapprovazione, incredulità che si possano concentrare in una manciata di appartamenti individui del genere tutti insieme, disapprovazione per alcuni episodi descritti che mi hanno lasciata con le lacrime agli occhi (lo so, è un topo, ma....poverino!!!). È senza dubbio un romanzo da non leggere a cuor leggero, che non serve a passare qualche ora in allegra compagnia. Preparatevi, leggendolo, a tanti alti e bassi e anche ad imparare a diffidare del vicino di casa... non si sa mai.
Alla prossima
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