Recensione: Fratelli di latte - Chantel Acevedo
Buongiorno lettori!
Eccomi tornare anche oggi con una nuova recensione.
Qualche giorno fa, guardando le newsletter che approdano nella mia casella di posta, mi sono imbattuta in qualche nuova uscita della casa editrice E/O e in particolare in questo libro, Fratelli di latte di Chantel Acevedo. Mi ha in curiosità subito perché, pur essendo io una patita di Storia, dinastie e case regnanti, di Eulalia di Borbone non sapevo praticamente niente. La casa editrice è stata poi così gentile da inviarmi addirittura una copia omaggio.
Fratelli di latte
di Chantel Acevedo
Edizioni E/O | Dal mondo | 352 pagine
ebook €11,99 | cartaceo €18,00
10 ottobre 2018 | scheda Edizioni E/O
È il 1893 quando l’infanta Eulalia di Borbone e il libraio Tomás Aragón si conoscono nella piccola libreria di Tomás nel cuore della cittadina spagnola di Burgos. Ma sarebbe più corretto dire che si ritrovano: hanno infatti trascorso insieme i primi due anni di vita al Palazzo Reale, dove la madre del ragazzo, Amalia, è stata la balia dell’Infanta, il che fa di lui il fratello di latte della principessa. La donna non ha mai smesso di voler bene alla sua «Lala» e, ormai vedova, rivela un tremendo segreto: mentre lavorava a palazzo, il marito ha avuto un figlio da Gisela, levatrice e sua migliore amica. Il bambino non è sopravvissuto e Gisela è tornata nella sua amata Cuba, lasciando l’amante in compagnia di una disperazione che non lo abbandonerà mai. Quel giorno del 1893 Eulalia affida al fratello di latte il suo gesto forse più audace e clamoroso: un manoscritto in inglese in cui, attraverso i ricordi, descrive senza peli sulla lingua né clemenza alcuna la vera vita di corte. Vuole che Tomás le trovi un editore lì a Burgos e, quando questi non ci riesce, gli propone di accompagnarla nell’imminente viaggio di rappresentanza verso gli Stati Uniti.
È un romanzo storico che trasporta il lettore dallo sfarzo della vita di corte spagnola, fino alla rivolta coloniale cubana e alla ricerca della libertà d’espressione negli Stati Uniti. Eulalia è una donna che brama la propria emancipazione, pronta a trovare il suo riscatto nel manoscritto e in un incontro con il passato.
Perchè tutto quanto ci riguarda deve essere tanto fantastico e stravagante? Perchè la gente non capisce che noi non siamo niente, niente? Che anche noi viviamo e moriamo, partoriamo, sappiamo essere meschini, mangiamo e siamo tormentati dall'emicrania, amiamo e odiamo, proprio come chiunque altro? Siamo pezzi di carne, e le gemme che ci adornano le mani sono solo pietre colorate cavate dalla terra.
Infanta Maria Eulalia Francisca de Asis Margarita Roberta Isabel Francisca de Paula Cristina Maria de la Piedad di Borbone - Spagna. Un nome che ai più non dice molto e che a leggerlo fa quasi girare la testa. Eulalia di Borbone - Spagna è una di quelle figure che magari appaiono ai margini della storia fatta da re e regine. Non era destinata al trono lei che era l'ultima degli otto figli di Isabella II e se fosse successo (e all'epoca mai dire mai) sarebbe stato per lei un peso enorme. Eulalia, infatti, non era la principessa delle favole, non era l'incarnazione della regalità e del cerimoniale di corte.
@altezzareale.com |
Poi la scena cambia. Gli anni passano e l'autrice ci porta finalmente nelle vite di Tomás e di Eulalia. Libraio per caso lui, Infanta inquieta lei, stretta in un matrimonio con un cugino di primo grado che mal tollerava.
Il libro della Acevedo ha il grande pregio di presentarci non solo una figura conosciuta fino ad un certo punto, ma soprattutto quello di parlarci di una donna che, pur essendo nata e vissuta a cavallo tra '800 e '900 è attuale e moderna, anticipa molti concetti e aspetti della società che troveremo solo molto più avanti. Il femminismo, la parità di diritti, l'abolizioni di caste e privilegi. Se a questo aggiungiamo che si tratta di un'Infanta di Spagna, nipote, figlia e sorella di re e regine, imparentata con mezza Europa, capirete la particolarità di questa donna, che diede alle stampe diversi libri in cui dichiarava il malsano che vigeva sui troni d'Europa.
Tuttavia non siamo davanti ad un trattato storico o ad un saggio. Tra queste pagine Eulalia e Tomás prendono vita e diventano protagonisti di una storia intensa. Sembrano due persone molto distinti tra loro eppure il destino li porta a trovarsi ma soprattutto a ritrovarsi, fino a diventare non un'Infanta e il suo fratello di latte, ma solo un uomo e una donna che a braccetto gironzalo per i quartieri di L'Avana o per i padiglioni dell'Esposizione Universale di Chicago.
Di questo romanzo mi sono piaciuti molti aspetti: la fluidità del racconto, i vari piani narrativi che si intrecciano, le figure forti e particolari dei protagonisti, la denuncia stessa che Eulalia fa del sistema dinastico spagnolo, il suo guizzo quasi rivoluzionario...
Eppure ho trovato un po' troppo lunga tutta la parte iniziale su Alma. Interessante, ben scritta, ma anche un po' a se stante. Mi ha quasi dato l'idea che l'autrice avesse voluto fare in realtà un primo libro su Alma e poi un seguito su Eulalia e Tomás, ma che si fosse poi decisa a fare un romanzo unico.
E poi i refusi, tanti, troppi, errori di stampa che a volte si sono fatti invasivi e fastidiosi, facendomi rimanere perplessa davanti a frasi che perdevano la retta via e costringendomi a tornare indietro per capire. Un vero peccato perché rovinano un bel libro, scritto in maniera chiara e mai pedante.
Il libro della Acevedo ha il grande pregio di presentarci non solo una figura conosciuta fino ad un certo punto, ma soprattutto quello di parlarci di una donna che, pur essendo nata e vissuta a cavallo tra '800 e '900 è attuale e moderna, anticipa molti concetti e aspetti della società che troveremo solo molto più avanti. Il femminismo, la parità di diritti, l'abolizioni di caste e privilegi. Se a questo aggiungiamo che si tratta di un'Infanta di Spagna, nipote, figlia e sorella di re e regine, imparentata con mezza Europa, capirete la particolarità di questa donna, che diede alle stampe diversi libri in cui dichiarava il malsano che vigeva sui troni d'Europa.
@faceoftheforest.com |
Di questo romanzo mi sono piaciuti molti aspetti: la fluidità del racconto, i vari piani narrativi che si intrecciano, le figure forti e particolari dei protagonisti, la denuncia stessa che Eulalia fa del sistema dinastico spagnolo, il suo guizzo quasi rivoluzionario...
"Combattono per la loro libertà" aveva sospirato una sera, sul ponte. "Perché non dovrebbero averla?". Non si era nemmeno curata di guardarsi intorno prima di aprire bocca, per assicurarsi di essere soli.
Eppure ho trovato un po' troppo lunga tutta la parte iniziale su Alma. Interessante, ben scritta, ma anche un po' a se stante. Mi ha quasi dato l'idea che l'autrice avesse voluto fare in realtà un primo libro su Alma e poi un seguito su Eulalia e Tomás, ma che si fosse poi decisa a fare un romanzo unico.
E poi i refusi, tanti, troppi, errori di stampa che a volte si sono fatti invasivi e fastidiosi, facendomi rimanere perplessa davanti a frasi che perdevano la retta via e costringendomi a tornare indietro per capire. Un vero peccato perché rovinano un bel libro, scritto in maniera chiara e mai pedante.
Alla prossima
3 comments
Un libro un po' strano a quanto si evince dalla tua recensione non saprei se leggerlo o meno.
RispondiEliminaStrano ma bello.. peccato tutti quei refusi!
EliminaCiao Laura, ti ho nominato in un book tag, se ti va di partecipare! 😊 https://lalocandadellestorieerranti.blogspot.com/2018/11/book-tag-my-world-award-2018.html?m=1
RispondiEliminaINFO PRIVACY
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