Recensione: Riunione di famiglia - Francesca Hornak

by - ottobre 15, 2018

Bongiorno lettori!
E buon inizio settimana. 
In questi giorni stanno uscendo (e usciranno) tantissimi libri interessanti, quindi come potete ben vedere sono molto attiva e produco una recensione dietro l'altra. Oggi vi parlo di una uscita recentissima della Mondadori, Riunione di famiglia, romanzo d'esordio di Francesca Hornak.

Riunione di famiglia
di Francesca Hornak
Mondadori | Omnibus | 402 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €19,00
09 ottobre 2018 | scheda Mondadori




TRAMA
La villa nel Norfolk piena di spifferi che Emma ha ereditato è perfetta per le festività natalizie e per la prima volta dopo anni è pronta ad accogliere la famiglia Birch al completo. Ci sarà miracolosamente anche Olivia, la figlia maggiore, che di solito è in giro per campi profughi come operatrice umanitaria. In realtà, il ritorno di Olivia non è voluto: in Liberia, durante la sua ultima missione, è scoppiata una terribile epidemia che la costringe a rientrare e a trascorrere una settimana in completo isolamento per assicurarsi di non aver contratto il virus. E quali compagni migliori per questo ritiro forzato che i propri familiari? Chiusi in casa per sette giorni, separati dal resto del mondo senza nemmeno una connessione wi-fi decente, i Birch devono condividere un'inusuale intimità. Resa via via più problematica dai piccoli e grandi segreti che nessuno vuole rivelare fino al termine della quarantena e dai preparativi di matrimonio della figlia più piccola che, all'opposto di Olivia, non è mai entrata in contatto con il benché minimo problema della vita vera. In un'atmosfera sull'orlo della crisi di nervi, che cosa potrebbe peggiorare le cose se non l'arrivo di un ospite decisamente inatteso? Un romanzo che mette a nudo i cortocircuiti tra parenti e ci ricorda che non c'è niente di meglio - e di peggio - di una riunione di famiglia (a Natale). Una commedia divertente e sentimentale nella migliore tradizione inglese.


Forse tutte le famiglie avrebbero bisogno di una settimana di quarantena. 
Scusate ma per scrivere qualcosa su questo libro ci vuole una colonna sonora adatta. iPhone alla mano, avvio Spotify e cerco lui, signori e signore (più signore), Ed Sheeran! Si perchè chiuso il romanzo mi è subito venuta in mente una cosa: quanto è inglese la famiglia Birch! Leggi questo romanzo e ti ritrovi a prendere il tè alle 17 in punto, a guardare il Royal Wedding con tanto di lacrimuccia ed ad ascoltare Perfect in loop per tutto il tempo.
@Norfolk Churches
All'urlo di God save the Queen incontriamo quindi i Birch, Emma, Andrew, Olivia e Phoebe, una famiglia come tante, con problemi piuttosto comuni, se non fosse per la quarantena natalizia a cui sono costretti. Olivia, infatti, la figlia maggiore, torna dalla Liberia dove si era recata per curare la popolazione affetta dal virus della Haag. Tornata a casa lei e la sua famiglia sono costretti per una settimana ad isolarsi in casa e a non aver contatti con nessun per essere sicuri che Olivia non sia affetta dal virus. Insomma una seccatura all'ennesima potenza, anche perché tra i Birch non è che ci sia tutta questa comunicazione e tra tutti i segreti si sprecano. Emma, la mamma, scopre di essere malata proprio il giorno prima del ritorno della figlia, Andrew, il padre, deve vedersela con il ritorno piuttosto brusco di un errore passato e Phoebe, la figlia minore, sta finalmente per sposarsi, che bello! O forse no?? A far da sfondo alle loro vicende l'ancestrale dimora di famiglia, persa tra i boschi del Norfolk che di certo non aiuterà i rapporti familiari.

Ammetto che la prima cosa che mi ha colpito del romanzo sia stata la copertina, e da qui è scattata anche la mia paura visti gli errori passati (chi ha detto Una vita da libraio?? eh?). A lettura ultimata sono però felice di aver affrontato questo romanzo piuttosto corposo ma godibilissimo, in cui la famiglia e i rapporti familiari sono al centro di tutto. La prima cosa che colpisce è la quantità di segreti e segretucci che i Birch riescano a tenere insieme. Fin dalle prime battute non sembrano una famiglia unita, ognuno ha un mondo a sé e sembra che le cose vadano bene così. Anche perché nonostante questo non ci sono particolari dissapori, solo i classici problemi nel rapporto tra sorelle o una certa rilassatezza nella rapporto di coppia dei genitori. Insomma si inizia in un clima di calma, anzi direi di rassegnazione, ma tutto sommato tranquillo. Poi però, mano mano che si va avanti e i segreti iniziano a farsi pesanti anche la famiglia va a catafascio. Olivia e Phoebe litigano per ogni parola o gesto, anche perchè non possono essere più diverse l'una dall'altra; Andrew vive perennemente sul chi va là e Emma si preoccupa per tutti tranne che per se stessa.

@pixabay
Paradossalmente quello che sembrerebbe un luogo sicuro e perfetto per passare non solo il Natale ma anche la quarantena, Weyfield Hall, si rivela presto piccolo, stretto, sporco, fatiscente. La bella dimora di famiglia, tanto amata da Emma, è l'emblema di quello che è diventata la famiglia stessa, accartocciata nel suo passato e con un bel po' di polvere. Così tra le sue mura, i Birch invece di sentirsi tranquilli e al sicuro, sentono presto il peso degli anni che aleggiano tra quelle vestigia e sono infastiditi dalla sua decadenza. Io l'ho vista in realtà come tappa necessaria per lo sviluppo del loro rapporto, come se dovessero partire dal loro passato per poter andare avanti. E infatti proprio qui, tra tubature rumorose, assi scricchiolanti e riscaldamento ballerino, il passato si scaraventa nell'ingresso sotto forma di Jesse, un ragazzo americano venuto a cercare qualcosa e che invece sconvolgerà e salverà le loro vite e il loro rapporto.

Questo è uno di quei romanzi da leggere con la copertina sulla gambe in una piovosa giornata, perchè riesce ad avvolgerti in una storia calda e particolare. Insomma, pensateci: cosa accadrebbe a voi se foste costretti a passare 7 giorni con la vostra famiglia chiusi in casa? Da me volerebbero i coltelli, sicuro. È un'escamotage perfetto per parlare di rapporti personali e relazioni familiari, per mettere sul piatto segreti ed errori, per capire anche il punto di vista degli altri. Il tutto con il tipico humor inglese, che sulle prime non si capisce ma che poi ti fa spuntare il sorriso.

Non è però del tutto scevro da pecche, perchè a fronte di una storia intelligente e curiosa, il racconto parte lento e nella parte centrale si siede un po', dando al lettore l'idea del tempo che non passa nell'antica dimora ma anche frenando un po' la lettura. Insomma, è un bel romanzo che però poteva essere un po' più agile e che invece è costretto alla quarantena come i nostri Birch.

Alla prossima



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6 comments

  1. Bella la recensione, ma credo il libro non sia adatto a me.

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    1. Grazie! Ecco, se non ti ispira evita, se non altro per il prezzo un pochetto spropositato XD

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  2. Aspettavo questa tua recensione, anche se mi ha convinta per metà...

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    1. Eh è un libro che in effetti vive un po' in bilico. A metà appunto...

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