Buongiorno lettori,
la neve ha imbiancato tutta Italia. Da voi com'è la situazione? Qui qualche spruzzata qua e là ma tutto abbastanza tranquillo per fortuna.
Tra pioggia e neve febbraio sta finendo con tanti libri letti (vi ricordate che dopo domani c'è il recap mensile vero?) e oggi vi propongo la recensione di una novità Frassinelli in uscita proprio oggi, Sentimi di Tea Ranno.
Sentimi
di Tea Ranno
Frassinelli | Romanzo | 228 pagine ebook €9,99 | cartaceo €17,50 27 febbraio 2018 | scheda Frassinelli |
TRAMA
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio. Sono storie dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: in tutte, l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale tutta femminile, viene annullata nella dicotomia maschile della donna "santa o buttana". Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile del tradimento. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina. E per questo le donne del paese, le stesse donne che si raccontano, faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.
"Cento voci e una storia"
Ammetto di aver avuto non poche difficoltà nel recensire questo libro e soprattutto nel dargli un voto. La difficoltà nasce dall'essere un libro molto intenso, che non ti molla neanche per un secondo, che come in una sorta di corsa ti trascina da una storia all'altra senza darti la possibilità di farti riprendere fiato.
La protagonista senza nome è una scrittrice e sta tornando nel paese siciliano in cui è cresciuta. All'improvviso una nebbia strana, a tratti più densa a tratti più velata, la avvolge e le voci di tante donne le rivolgono la parola. Sono mogli, madri, figlie, monache, usuraie, amanti, tutte le donne che hanno vissuto in quel paese e che in un modo o nell'altro sono morte. Ognuna racconta la sua storia alla scrittrice affinché possa parlarne al mondo e far sapere cosa ne fu di se. Ad unire tutti i racconti è la storia di Adele, figlia del tradimento e vittima dell'onore macchiato che Rosario vuole ristabilire.
Sentimi è la parola chiave, la parola che da inizio ad ogni storia raccontata, a volte sussurrata, a volte urlata, detta con prepotenza o dolcezza, come a voler essere parola d'ordine per avere il diritto a raccontare di se. E dopo averla pronunciata le anime delle donne si confessano, si raccontano.
"Sentimi", s'intromise un'altra, "ora tu la scrivi quella che fu la vita nostra, perché si sappia che la vita ci scavò e ci tagliò e però non ci abbattè, perché femmine di ferro fummo, e di fuoco, e come ci fu dato di amare così ci fu dato di morire..."
Chi fu peccatrice, chi vittima, chi carnefice, sono storie tragiche fatte di morte e dolore ma anche di amore. C'è chi si giustifica, chi incolpa, chi si confessa, chi accusa, ma tutte portano un pesante fardello che in vita non sono riuscite a far conoscere e che ora invece cercano di raccontare alla scrittrice, che come una novella Dante promette alla dannate di raccontare le loro storie, di redimere le loro anime, di ricordarle ai loro cari ancora in vita. Non è un caso che abbia fatto un riferimento al Sommo poeta, perché questo è questo romanzo, una lunga discesa infernale, un errare girone dopo girone tra le anime che ebbero effettiva colpa e anime che vennero accusate ingiustamente, anime, tutte, che anche da morte, pagano per ciò che a loro successe, chi dilaniata nelle carni, chi priva di scarpe, chi gocciolante sangue come se ne macchiò in vita.
Le loro storie sono tante e dolorose, storie di violenza in cui la donna, in un modo o nell'altro diventa vittima. Impossibile non avvertire il senso di ingiustizia, ma anche di ribellione, trovare accenni in quello che sempre più spesso sentiamo su giornali e telegiornali, impossibile ignorare quella distesa di scarpe che la nostra scrittrice si trova a cercare di recuperare, come a voler salvare le anime che la circondano, che la accarezzano o la turbano.
E poi ci sono quei cani, che arrivano dalle colline, che invadono il paese e spaventano. Cani selvaggi, randagi... cosa sono quei cani? Ti pare di sentirli, mentre leggi, i loro latrati, i loro ringhi... Mi hanno dato l'idea di essere la parte più selvaggia e animale della storia, anzi delle storie, sono quegli uomini passati che con rabbia e bramosia uccisero e lacerarono queste donne, le perseguitano, infusero in loro la paura e il dolore. Ma sono anche l'invidia e il pregiudizio (maschile e femminile, sia chiaro) che hanno perseguitato queste anime perdute e che in questa notte di nebbia cercano di strappare il loro posto nel racconto.
Sentimi è un romanzo forte, potente, che deve essere letto con un'occhio all'attualità anche se nella storia sembra quasi di essere in un non tempo. E' un romanzo fortemente radicato nelle origini siciliane dell'autrice, in cui il dialetto è presente. A differenza di quello che potrebbe accadere a molti a me no ha dato fastidio perché è necessario, dà carattere, dà autenticità e dà quella forza in più alle storie raccontate.
Quello che mi ha un po' frenato è stata l'omogeneità del racconto. Non è piatto, proprio grazie alla forza di queste donne, ma non ha picchi. E' una lunga catena di racconti, senza un finale particolare e questo... non so... non mi ha dato quel qualcosa in più che mi sarei aspettata da una storia così forte.
Alla prossima
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@Patrizia Mezzogori