Buongiorno lettori!
E anche la fine di agosto è finalmente arrivata. Settembre sarà il mio mese, per tanti motivi. Ci sarà il mio compleanno (torte sempre gradite), finirò di lavorare e il blog tornerà attivo e scodinzolante (si dai, fatemela passare questa) come e più di prima. Ma fine agosto per i lettori accaniti significa anche un'altra cosa: il nuovo libro di Antonio Manzini con protagonista Rocco Schiavone. Oggi infatti esce in libreria Pulvis et umbra. Io farò un salto nel pomeriggio a recuperare la mia copia, ma intanto vi propongo la recensione del libro precedente, nonché mia lettura estiva, 7-7-2007.
7-7-2007
di Antonio Manzini
Sellerio | La memoria | 369 pagine ebook €9,99 | cartaceo €14,00 07 luglio 2016 | scheda Sellerio |
Trama
"Lo sai cosa lasciamo di noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto". Rocco Schiavone è il solito scorbutico, maleducato, sgualcito sbirro che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi che raccontano le sue indagini. Ma in questo è anche, a modo suo, felice. E infatti qui siamo alcuni anni prima, quando la moglie Marina non è ancora diventata il fantasma del rimorso di Rocco: è viva, impegnata nel lavoro e con gli amici, e capace di coinvolgerlo in tutti gli aspetti dell'esistenza. Prima di cadere uccisa. E qui siamo quando tutto è cominciato. Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i "conti sporchi" di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell'assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada. Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c'è sangue sul cadavere. Adesso, l'animale da fiuto che c'è dentro Rocco Schiavone può mettersi, con la spregiudicatezza e la sete di giustizia di sempre, sulle tracce "del figlio di puttana"...
Le cose belle sono dedicate a chi il bello ce l'ha già dentro. Mi sa che io sono tagliato fuori per sempre.
Rocco prima di Rocco. Nel quinto libro di Manzini dedicato al vicequestore Schiavone scopriamo un Rocco prima di Aosta, prima dei fantasmi del passato. Siamo a Roma, nella sua Roma, e la percorriamo in lungo e in largo a bordo del motorino di Schiavone.
Un giallo, un'indagine, c'è anche in questo libro, due morti tanto simili da essere sospette, e anche qui il vicequestore dovrà tirare fuori l'intuito e i modi spicci per tirare le somme. Ma, ammettiamolo, occhi e cuore qui sono tutti per il protagonista, tutti per un uomo che cerca di non perdere l'amore della sua vita. L'amore di Rocco per Marina è totalizzante, tanto di cuore, tanto di pancia. Marina appare poco ma è comunque ovunque, nei pensieri del vicequestore e dietro ogni riga del testo.
Mi avevano avvertito... "prepara i fazzoletti". Ma non ho pianto (che volete farci, sono anaffettiva di natura), però per tutto il libro ti rimane quella brutta sensazione alla bocca dello stomaco, perchè sai cosa sta per accadere, ma non vuoi guardare, non lo vuoi vedere come il Rocco di Roma è diventato il Rocco di Aosta.
Questo è forse, finora (vedremo con il nuovo libro), il libro più vero e intenso della serie, quello che ti fa capire tutti i capitoli precedenti ma che alla fine si stacca e rivoluziona il resto della storia, ti fa guardare al protagonista con un altro occhio, te lo fa amare di più e in modo diverso.
Manzini oramai per me è una conferma, un approdo sicuro, che però riesce anche a stupirmi. Dopo cinque libri è riuscito a portare avanti un protagonista senza fargli perdere il suo fascino, senza snaturarlo, senza far pentire il lettore di essere andato avanti nella lettura. Finito Era di maggio poteva esserci il pericolo "un altro libro di un'altra serie" e invece... swish swish... l'autore lo ha evitato dando una svolta alla storia, facendoci vedere il protagonista sotto un'altra luce.
E ora si aspetta il nuovo libro... ah no, non aspetto, stasera stringerò tra le mie mani il nuovo libro, pronta ad incontrare di nuovo il vicequestore.
Un giallo, un'indagine, c'è anche in questo libro, due morti tanto simili da essere sospette, e anche qui il vicequestore dovrà tirare fuori l'intuito e i modi spicci per tirare le somme. Ma, ammettiamolo, occhi e cuore qui sono tutti per il protagonista, tutti per un uomo che cerca di non perdere l'amore della sua vita. L'amore di Rocco per Marina è totalizzante, tanto di cuore, tanto di pancia. Marina appare poco ma è comunque ovunque, nei pensieri del vicequestore e dietro ogni riga del testo.
Mi avevano avvertito... "prepara i fazzoletti". Ma non ho pianto (che volete farci, sono anaffettiva di natura), però per tutto il libro ti rimane quella brutta sensazione alla bocca dello stomaco, perchè sai cosa sta per accadere, ma non vuoi guardare, non lo vuoi vedere come il Rocco di Roma è diventato il Rocco di Aosta.
Questo è forse, finora (vedremo con il nuovo libro), il libro più vero e intenso della serie, quello che ti fa capire tutti i capitoli precedenti ma che alla fine si stacca e rivoluziona il resto della storia, ti fa guardare al protagonista con un altro occhio, te lo fa amare di più e in modo diverso.
Manzini oramai per me è una conferma, un approdo sicuro, che però riesce anche a stupirmi. Dopo cinque libri è riuscito a portare avanti un protagonista senza fargli perdere il suo fascino, senza snaturarlo, senza far pentire il lettore di essere andato avanti nella lettura. Finito Era di maggio poteva esserci il pericolo "un altro libro di un'altra serie" e invece... swish swish... l'autore lo ha evitato dando una svolta alla storia, facendoci vedere il protagonista sotto un'altra luce.
E ora si aspetta il nuovo libro... ah no, non aspetto, stasera stringerò tra le mie mani il nuovo libro, pronta ad incontrare di nuovo il vicequestore.
Alla prossima