Recensione: Dove la storia finisce - Alessandro Piperno
Buongiorno lettori,
dopo la giornata impegnativa di ieri (ho fatto mille cose, tra cui anche definire una sorpresina per voi... presto tutto vi verrà svelato) oggi torno, tranquilla e rilassata, per parlarvi della mia ultima lettura. Vi parlerò in questo post di Dove la storia finisce di Alessandro Piperno.
Dove la storia finisce
di Alessandro Piperno
Mondadori | Scrittori italiani e stranieri | 277 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €20,00
4 ottobre 2016
Trama. Matteo Zevi è sul volo di linea che da Los Angeles lo sta riportando in patria. È dovuto scappare molti anni prima, per debiti, abbandonando dall'oggi al domani i membri della sua famiglia. Su di loro, adesso, il suo ritorno incombe come una calamità persino peggiore di quelle seguite all'improvvisa fuga. Durante l'assenza di Matteo, infatti, ciascuno ha avuto modo di costruirsi un equilibrio apparentemente solido. Giorgio primogenito settario, ambizioso e intraprendente ha aperto l'Orient Express, un locale panasiatico che va per la maggiore, ed è in riluttante attesa di un figlio; Martina, che alla partenza del padre aveva solo nove anni, sconta un precoce matrimonio borghese con turbamenti affettivi e sessuali a dir poco sconvenienti; solo Federica, la seconda moglie che non ha mai smesso di attenderlo, sogna una nuova armonia familiare per la quale è disposta a tutto, mentre Matteo, attratto dalle suggestioni del patriarcato, ritrova vecchi amici e piaceri dimenticati in una Roma deturpata e bellissima. Sono tutti talmente presi da se stessi che quando la Storia irrompe brutalmente nella loro vita li coglie vulnerabili e impreparati. Ognuno è chiamato a fare i conti con il passato e con le incognite di un mondo che appare sempre più sinistro e imponderabile. Ecco allora che la storia finisce dove la Storia incomincia.
Era come se la piccola storia di ciascuno finisse proprio dove la Storia riprendeva a correre.
Ho trovato Dove la storia finisce un romanzo di ampio respiro ma contemporaneamente intimo. Lo so, la contraddizione è evidente, eppure, finita l'ultima pagina questa sensazione si è quanto mai rafforzata. Perché? Piperno prende il via narrando la storia di una famiglia allargata, che ha vissuto poco unita e tanto separata. Matteo Zevi è un uomo affascinante ed eclettico, di quelli che palesemente mai faranno fortuna col sudore della propria fronte, di quelli più dediti ai (rari, rarissimi) colpi di fortuna che ad altro, che vivacchiano, si arrangiano e che alla fine se la cavano sempre. Ha alle spalle un matrimonio, da cui è nato Giorgio, ed è sposato con Federica, da cui è nata Martina. Passano 10 anni, in cui la coppia felice si ama e alleva i due bambini, senza farsi troppi problemi di soldi che miracolosamente arrivano sempre. E qui abbiamo la prima svolta: i soldi arrivano, certo, ma da debitori e strozzini, e quando uno di questi, particolarmente insistente, inizia a minacciare vita e famiglia Matteo prende e scappa, direzione Los Angeles. Qui, senza aver prima divorziato, si risposa ben due volte, una per aver la carta verde, l'altra per aver denaro. Passano 16 anni e arriva un'altra svolta: lo strozzino muore e con lui anche il debito di Matteo che può finalmente tornare a Roma. Il ritorno non è come se lo aspettava, nessuna festa, nessun saluto, solo una situazione disastrata. I figli non sono felici, né della loro vita né tanto meno di rivederlo, e Federica è combattuta tra la paura della solitudine e il briciolo di orgoglio che, sotto forma della voce paterna, gli urla di divorziare dal fuggiasco e rifarsi una vita.
Ciò che caratterizza gran parte del romanzo sono i rapporti passati e presenti che l'autore ha saputo tessere tra i vari personaggi, Martina col marito Lorenzo, Giorgio con Federica, Federica con Matteo, legami spesso conflittuali e ancor più logorati dagli eventi. Al centro di tutto sembra esserci Matteo, con la sua vita disordinata, fatta di lavori saltuari, idee brillanti e altrettanto brillanti disfatte. Matteo è uno che se ne frega, uno più propenso a rimanere piccato perchè il figlio non vuole parlargli che a domandarsi se non lo abbia deluso una volta di troppo. Passatemi il termine, Matteo è uno stronzo che sa di esserlo e si trincera dietro questo suo personaggio; eppure, contro ogni previsione, decide di tornare a Roma e decide di rimanere lì, per conoscere quella famiglia, vecchia e nuova, che non lo vuole, ma che è comunque l'unica vera che ha.
Poi ci sono i figli. Io all'inizio pensavo che il problema nelle loro vite sarebbe stato proprio il ritorno di Matteo. Giorgio è oramai un ristoratore rinomato, il suo Orient Express è tra i più gettonati della capitale, inoltre sta per avere il primo figlio dalla compagna Sara; Martina si è sposata giovane con Lorenzo, il fratello della sua migliore amica Benedetta ed è entrata nella rinomata famiglia Mogherini entrando a far parte di quella borghesia bene romana che fa feste e ostenta la propria magnanimità. Cosa voler di più? Con sorpresa si scopre che Matteo nei loro problemi non c'entra niente! Certo, l'abbandono paterno ha lasciato un segno, questo è innegabile, eppure Giorgio e Martina non sono felici per ben altro. Il primo deve affrontare lo stress e le responsabilità lavorative ma anche capire come affrontare quel piccolo esserino che cresce nella pancia di Sara; Martina si sente stretta nel mondo in cui il matrimonio l'ha catapultata, fatto di una raffinata ricchezza, ma anche di ingerenze da parte della suocera, e poi c'è quel piccolo segreto, quel tarlo che continua muoversi nel suo cuore e che la porta ad odiare tutto ciò che ha.
Come si può capire sono storie difficili nel loro piccolo, ma comunque normali, comuni, storie private. Eppure presto vengono devastate dalla Storia vera, quella con la S maiuscola, che oramai tutti i giorni possiamo sentire al telegiornale. Il finale, infatti, è senza dubbio particolare e di impatto, lascia il lettore inizialmente confuso, poi interdetto e quando la tragicità dell'evento si palesa in tutta la sua vastità... ecco, io qui mi sono fermata un attimo, sono tornata indietro e ho riletto. Ho riletto per vedere se avevo capito bene, se quello appena descritto era effettivamente qualcosa che, purtroppo, abbiamo oramai imparato a conoscere. Qui, in questo momento la storia finisce e ne inizia una nuova per chi è rimasto, per chi è sopravvissuto, ma anche per chi ha deciso di cambiare. Alessandro Piperno stupisce il lettore, perchè nel momento di massima vulnerabilità, in cui si stanno riannodando i fili del passato, getta i suoi personaggi in pasto alla vera Storia per poi farli decidere sulle loro esistenze. Segna con questo evento una linea netta nelle loro vite, c'è un prima e c'è un dopo. E con entrambi devo scendere a patti e imparare a convivere.
Il suo stile è senza dubbio fine ed elegante. La sua è una penna acuta, colta, che a volte si lancia sua termini più alti e importanti ma che non risulta mai pesante o lontana. Sa tratteggiare con maestria i personaggi e soprattutto sa farli vivere nelle loro emozioni, nei loro sentimenti, nelle loro paure. Ha saputo cerare una storia che secondo me va letta con calma, va assaporata, c'è una sorta di preparazione anche per il lettore al finale, un finale che magari lascia un po' l'amaro in bocca ma che, personalmente, ho trovato perfetto così, con una fine e un nuovo inizio.
Voto
Alla prossima
12 comments
Non si fa così!!! La mia scimmiesca curiosità per quel finale misterioso, la Storia, mi sta urlando nelle orecchie "LEGGILO!". Glielo dici tu adesso che ne ho almeno altri cinque che sempre lei mi ha intimato di leggere subito?
RispondiEliminaInguaribile Bacci
Ascolta la vocina.... belle le vocine!
EliminaEcco....ora la Bacci mi chiederà di comprarlo, ma noi le facciamo un piccolo dispetto. Se vuole leggere questo deve prima leggere quello precedente!!!!! Cosa ne pensi Laura?
RispondiEliminaQuanto alla recensione la trovo argomentata benissimo. Piperno l'ho incontrato a Mantova oramai 10 anni fa e e mi era parso proprio come la sua scrittura: acuto e colto. Solo che non è mai scattata la scintilla.
Mando avanti Stefania?
un saluto da Lea
Uh ricatto libroso, mi piace!
EliminaIo è il primo che leggo però mi ha colpito. In realtà appena letta la sinossi (credo su Il Libraio) mi ha incuriosito e mi sono messo in testa di volerlo leggere.
che bella recensione Laura, mi hai convinta in pieno, lo voglio leggere!
RispondiEliminaGrazie Chiara, mi fa piacere! Poi fammi sapere eh! ;)
EliminaCiao Eliza, aspettavo la tua recensione. Non ho mai letto nulla di questo autore, anche se ne ho sentito parlare molte volte. Un autore che stupisce il lettore, ecco, questo mi piace. Piccoli drammi di vita vera, anche questo mi piace. Dovrò dargli una possibilità? Penso di sì, anche se...non so ancora bene quando. Grazie!
RispondiEliminaSono convinta che letto al momento giusto non ti deluderà! ;)
EliminaSembra un libro interssante, me lo segno.
RispondiEliminaBravo!^^
EliminaQuesto libro, tu ben sai, mi sconfinfera da prima ancora che uscisse. Ma io non ho Padre con cui andare a fare la spesa. E non ho manco Leuccia che me lo prende in biblioteca. E, scusa la polemica in casa tua, 20 euro per neanche 300 pagine... Stamane lo guardavo, mentre ero in libreria, ma ho ripiegato su tomi ben più consistenti e che, al momento, mi attirano di più. Diciamo che lui avrà la sua chance, ancor di più dopo la tua recensione (beeeeeella!!!). Devo solo decidere se fare gli occhi dolci a Padre o a Consorte oppure ripiegare sull'ebook!
RispondiEliminaEh si 20€ son tanti, per fortuna ho beccato uno sconticino. Comunque inizia a fare gli occhioni languidi a Consorte...
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Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!
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