Recensione: La setta dei golosi - Giuseppe Pederiali
Buongiorno lettori!
I grandi preparativi sono in corso, la valigia è pronta per essere riempita. Domani si parte! Non vedo l'ora!! Dove vado? Ve lo dico? Dai ve lo dico. Domani andrò a casa della Libridinosa e starò con lei per qualche giorno e domenica andremo al PordenoneLegge!
Ora mi metto a cercare un modo per infilare non so quanti libri dentro alla valigia, però vi lascio con la recensione di La setta dei golosi di Giuseppe Pederiali, per il quale devo ringraziare il mitico ufficio stampa Garzanti!
La setta dei golosi
di Giuseppe Pederiali
Garzanti | Narratori Moderni | 294 pagine
ebook €9,99 | cartaceo €18,60
8 settembre 2016
Trama. Da sempre la cucina è la più grande passione di Matilde, una passione tramandata in famiglia: il nonno aveva una trattoria e un avo era un celebre cuoco degli Estensi. Da loro Matilde ha ereditato l'amore per il cibo che prepara, gusta e serve ai suoi clienti dell'Osteria della Fola. La sua vita tranquilla cambia il giorno in cui per caso incontra Jacopo, un vagabondo sbucato come un fantasma dalla nebbia che avvolge Ferrara. Matilde sente di potersi fidare di lui e lo accoglie nel suo ristorante, dove, vedendolo a suo agio tra spezie e tortellini, scopre il suo dono: è un brillante cuoco. Il suo modo di cucinare è unico al mondo. Conosce le più antiche tradizioni culinarie e gli ingredienti perfetti per esaltare ogni manicaretto. I due cominciano a lavorare insieme, per il successo dell'osteria e la felicità di Matilde. Eppure all'improvviso qualcosa minaccia quest'armonia: due amici di Matilde, un noto giornalista-gourmet e un anziano cuoco, muoiono tragicamente dando il via a una macabra serie di delitti orchestrati da un'oscura società segreta. La setta dei Golosi è disposta a tutto per raggiungere il suo scopo: trovare chi custodisce la Sublime ricetta, che secondo la leggenda sa regalare l'immortalità. Nessuno chef è più al sicuro. Perché, come accade nella vita, anche in cucina arriva il momento in cui non è più possibile tenere nascosti i propri segreti.
Il mondo degli chef e della cucina non è mai stato così famoso e alla moda come in questi anni: Masterchef, Hell's Kitchen, Prova del cuoco e via dicendo imperversano alla tv, ma anche tra i libri non si scherza. Tuttavia quando ho letto per la prima volta la trama di questo libro mi è sembrato che fosse un po' diverso dagli altri e in effetti avevo ragione. Non siamo davanti ad un libro incentrato sulla cucina, o comunque con la cucina come ambientazione, ma davanti ad un romanzo, un giallo, che parla di gastronomia. Direte: ma non è uguale? No, perchè quello che abbiamo qui è l'amore per un mestiere, quello di cuoca/cuoco (basta con 'sti chef) e per una tradizione culturale che affonda le sue radici nella storia, che ci riporta alla mente i grandi banchetti luculliani delle signorie, in una terra, l'Emilia, in cui il cibo è più un modo di vivere che semplice nutrimento.
Matilde è la cuoca dell'Osteria della Fola, non che presunta discendente del cuoco degli Estensi Cristoforo Messisburgo. Matilde è una protagonista tosta, di quelle che mi piacciono, che mi danno soddisfazione, è tanta, sia per la sua figura abbondante ( di cui va fiera) sia per il carattere forte e risoluto. Mi piace perchè ha anche il pallino per le indagini. Così quando viene trovato morto un famoso giornalista culinario, Cesare Sassi, Matilde non esiterà a ficcanasare in giro.
La storia è avvincente, fin dalle prime pagine ho capito che questo libro mi sarebbe piaciuto. C'è il giallo, la storia, la curiosità, ma anche la nostalgia, il thriller, la passione. Un po' come la cucina ferrarese unisce il dolce al salato, così qui troviamo aspetti contrastanti ma anche molto armoniosi. E' un libro ricco, abbondante, proprio come fosse un banchetto, in cui l'autore si permette anche qualche digressione senza però perdere il punto focale, l'obiettivo, scoprire cioè chi ha preso di mira personaggi del mondo della cucina e perchè.
L'idea centrale, quella di una ricetta mitica, Sublime, è molto particolare, eppure è immensa in storie e miti conosciuti. Nonostante si intuisca cosa c'è dietro al misterioso cuoco che salva Matilde e che la cuoca porta a lavorare nella sua Osteria, nella lettura mi sono sempre ritrovata col dubbio su quello stava accadendo, dubbio che, galeotta anche la storia tra Matilde e il commissario Ninni, mi ha fatto totalmente immergere nella lettura.
Su tutto spicca il territorio. L'Emilia, in particolare il lungo Po, le province di Modena e Ferrara, sono il cuore di questo romanzo. Vengono mostrate e descritte in tutto il loro splendore culinario, con le loro tipicità, e la loro ospitalità. C'è un perfetto bilanciamento tra la storia e l'ambientazione, la seconda non viene messa in un cantuccio e la prima non viene soffocata da continue descrizioni. Inoltre scopriamo anche molti aspetti di vita vera di questo territorio: il passato contadino, in cui ci si spostava per chilometri in bicicletta solo per andare al cinema e in cui il fiume Po in un momento ti è amico e quello dopo nemico allagando tutto e rendendo i campi acquitrini; le fiere tradizionali, anche un po' assurde, come quella dedicate al letame; il carattere della popolazione.
Su tutto spicca il territorio. L'Emilia, in particolare il lungo Po, le province di Modena e Ferrara, sono il cuore di questo romanzo. Vengono mostrate e descritte in tutto il loro splendore culinario, con le loro tipicità, e la loro ospitalità. C'è un perfetto bilanciamento tra la storia e l'ambientazione, la seconda non viene messa in un cantuccio e la prima non viene soffocata da continue descrizioni. Inoltre scopriamo anche molti aspetti di vita vera di questo territorio: il passato contadino, in cui ci si spostava per chilometri in bicicletta solo per andare al cinema e in cui il fiume Po in un momento ti è amico e quello dopo nemico allagando tutto e rendendo i campi acquitrini; le fiere tradizionali, anche un po' assurde, come quella dedicate al letame; il carattere della popolazione.
L'unico aspetto che non mi ha del tutto convinta è il finale, che mi è sembrato troppo semplice, un po' all'acqua di rose. Mi sarei aspettata una bella rivelazione, qualcosa non dico di sconvolgente ma comunque di... particolare. Invece, no, niente di tutto questo. E' un bel finale certo, ma troppo patinato. Per il resto è stata una bellissima letture, di quelle che ti intrattengono, che se hai un intero pomeriggio a disposizione ti tiene inchiodata al divano.
Voto
Alla prossima
5 comments
di solito non amo molto leggere (e guardare) cose riguardo il mondo culinario, ma mi hai incuriosita, tengo presente. Buon viaggio e si salvi chi può! Ihihihih
RispondiEliminaAnche se con finale a tuo dire "patinato" mi sembra da leggere sicuramente ^_^
RispondiEliminaCiao Eliza!!
RispondiEliminaMi piace il fatto che questo libro sia coinvolgente al punto giusto, ma se il finale è molto "all'acqua di rose", poi crolla tutto...
così proprio non va! :(
Ciao Eliza, mi incuriosisce molto questo romanzo, anche se il finale pare non essere granchè credo che lo leggerò perchè mi sembra una storia molto originale ;-)
RispondiEliminaprenotato in biblioteca non vedo l'ora che arrivi!!!!
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Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!
Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo è il posto giusto per voi...Commentate!^^