Recensione: Un giorno come un altro - Filippo Venturi
Buona sera amici lettori,
e buona domenica! Come procede il vostro giorno di riposo? Io come al mio solito finisco col passare la domenica girando come una trottola; tuttavia anche oggi ho preso al volo la scusa e, complice un salto al supermercato con Padre, ho comprato (anzi mi ha regalato!) un nuovo libro... E il comodino traballa!
Continuiamo a parlare di libri, ma di libri letti questa volta. Stasera infatti vi propongo la recensione di Un giorno come un altro di Filippo Venturi, autore bolognese che mi ha dato fiducia e mi ha inviato una copia del suo libro.
Titolo: Un giorno come un altro
Autore: Filippo Venturi
Editore: Pendragon
Collana: Linferno
Pagine: 221
Ebook: € 6,99
Cartaceo: € 14,00
Data di pubblicazione: 13 maggio 2015
Link Amazon: Un giorno come un altro. Storia d'amore, perle e riscatti
Autore: Filippo Venturi
Editore: Pendragon
Collana: Linferno
Pagine: 221
Ebook: € 6,99
Cartaceo: € 14,00
Data di pubblicazione: 13 maggio 2015
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TRAMABologna, 2014: la mostra "Il mito della Golden Age", che espone, tra gli altri, il celeberrimo dipinto di Vermeer "La ragazza con l'orecchino di perla", è nel suo pieno svolgimento. Grazie a un'incredibile serie di circostanze favorevoli, Martino, meccanico spiantato dedito ai furti di cerchioni, in una tranquilla serata di maggio riesce a intrufolarsi a Palazzo Fava, sede dell'esposizione, e a entrare in possesso del quadro. Parte così la storia del furto del secolo che, tra ricerche disperate e strampalate richieste di riscatto, vede protagonisti ladri dal cuore buono e funzionari tutt'altro che ineccepibili, in un crescendo di colpi di scena che porteranno a un finale inaspettato...
Oramai mi conoscete, il mio amore per i libri non ha limiti. Mi piace leggerli, comprarli, scoprirli e, perché no, guardarli in bell'ordine sulla mia libreria bianca.
Come sono arrivata a Un giorno come un altro? Grazie a Daniela di Un libro per amico che con un entusiasmo sempre crescente mi raccontava della sua lettura. Daniela ha parlato del mio interesse con l'autore che gentilmente mi ha contattata ... beh il resto è storia come si suol dire!
Questa volta niente giri di parole, vado dritta al punto: mi è piaciuto! Ciò che inizialmente aveva stuzzicato la mia curiosità è stato poi uno degli elementi che più mi è piaciuto in tutto il libro. Cosa? Beh ci vuole una piccola premessa. L'anno corso Bologna è stata sede di una delle mostre più interessanti e frequentate degli ultimi anni. Per la prima volta arrivava e veniva esposta in Italia La ragazza con l'orecchino di perla (nota anche come Ragazza col turbante), il bellissimo quadro della Golden Age olandese, dipinto da Vermeer e riportato alla ribalta qualche anno fa dal libro di Tracy Chevalier e dal seguente film con Colin Firth e Scarlett Johansson. Ecco il libro di Venturi prende le mosse da questo straordinario evento. Ovviamente conclusa la mostra il quadro ha ripreso la via di casa, nessun incidente, nessun problema. E se così non fosse? In una Bologna dai mille volti, familiare e quotidiana infatti Martino, ladruncolo modesto, dal passato difficile, per pura casualità si ritrova di notte dentro Palazzo Fava, sede della mostra, davanti a lei, a Griet e alla sua luminosa perla. E' l'occasione della vita e Martino non ci pensa su un secondo, prende il quadro, lo infila del borsone blu dell'Ikea che ha con se, inforca la sua bici malandata e fugge nella notte. L'opinione pubblica non sa dell'accaduto e la polizia, guidata dall'arcigno Commissario Petrella, cerca di mantenere l'accaduto segreto esponendo una copia e di ritrovare il celebre quadro.
L'idea di partire da un evento certo straordinario ma comunque reale ha dato a questo romanzo una marcia in più. Soprattutto mi ha dato l'idea di qualcosa di plausibile, perché no, reale. Certo il quadro è tornato al suo posto in Olanda, tutto il mondo può ancora apprezzare i suoi chiaroscuri, i suoi colori e quello sguardo genuino e penetrante, quindi in un certo senso sappiamo come la storia, seppur inventata, andrà a finire. Tuttavia il romanzo non si limita ad un'indagine di polizia, anzi è molto ma molto di più. Il furto, strano e rocambolesco, è solo il punto di partenza per scoprire le vite di due personaggi principali, Martino e Petrella. Il ladro e il commissario. Ora, starete pensando, il cattivo e il buono. Assolutamente no. L'autore ribalta completamente i ruoli e ci propone un ladro semplice e ingenuo, che certo santo non è, ma che in fondo non fa del male a nessuno. Martino guarda il mondo con gli occhi dello sconfitto, di colui che non solo aveva poco ma quel poco l'ha perso per colpe sue. L'arrivo nella sua via di Griet è una svolta. Accende in lui la luce della speranza, la voglia di rimettere in sesto quel po' che è rimasto della sua vita. In un certo senso alcuni tratti di questo personaggio mi hanno ricordato il Marcovaldo di Calvino, estraneo nella città in cui vive da anni, ma anche dalla vita che egli stesso vive, un ladro non ladro, che guarda il mondo con gli occhi ingenui del ragazzo di provincia, che si ritrova in situazioni si bizzarre ma anche maledettamente perfette per quel momento.
Dall'altra parte abbiamo invece il Commissario Petrella, violento, imbroglione, calcolatore, menefreghista, colui che dovrebbe fare il bene e pensare alla sicurezza dei cittadini ma che invece pensa solo alla sua nomea di ripulitore della città, che punisce ogni sgarbo con veri e propri soprusi. E' grazie al suo personaggio che scopriamo anche il lato brutto di Bologna, quello marcio e corrotto, che si ritrova tanto nei quartieri dormitorio di periferia, quanto in seno alla Questura.
E' un romanzo sulla giustizia, e non quella che riguarda il furto, no quello sappiamo che andrà a finire bene, anzi in maniera quasi comica. No, sto parlando della giustizia dei piccoli sui grandi, delle nullità sui nomi risonanti, ma anche di una figlia su un padre.
La sola cosa che mi ha lasciato con l'amaro in bocca è il ruolo di Beppe Mangone, il suo personaggio spicca in un certo senso tra gli altri perché è una mezza via, è il buono e il cattivo insieme, vittima e carnefice, ma è anche l'unico che non ha giustizia, che rimane con un pugno di mosche.
Un giorno come un altro è uno di quei libri che scopri per caso ma che subito ti fanno capire che c'è speranza, che c'è uno zoccolo duro di autori italiani bravi, che sanno scrivere, che hanno buone idee e che magari meriterebbero un po' più di visibilità. Avanti editori, fate spazio tra le vostre fila!!
Come sono arrivata a Un giorno come un altro? Grazie a Daniela di Un libro per amico che con un entusiasmo sempre crescente mi raccontava della sua lettura. Daniela ha parlato del mio interesse con l'autore che gentilmente mi ha contattata ... beh il resto è storia come si suol dire!
Questa volta niente giri di parole, vado dritta al punto: mi è piaciuto! Ciò che inizialmente aveva stuzzicato la mia curiosità è stato poi uno degli elementi che più mi è piaciuto in tutto il libro. Cosa? Beh ci vuole una piccola premessa. L'anno corso Bologna è stata sede di una delle mostre più interessanti e frequentate degli ultimi anni. Per la prima volta arrivava e veniva esposta in Italia La ragazza con l'orecchino di perla (nota anche come Ragazza col turbante), il bellissimo quadro della Golden Age olandese, dipinto da Vermeer e riportato alla ribalta qualche anno fa dal libro di Tracy Chevalier e dal seguente film con Colin Firth e Scarlett Johansson. Ecco il libro di Venturi prende le mosse da questo straordinario evento. Ovviamente conclusa la mostra il quadro ha ripreso la via di casa, nessun incidente, nessun problema. E se così non fosse? In una Bologna dai mille volti, familiare e quotidiana infatti Martino, ladruncolo modesto, dal passato difficile, per pura casualità si ritrova di notte dentro Palazzo Fava, sede della mostra, davanti a lei, a Griet e alla sua luminosa perla. E' l'occasione della vita e Martino non ci pensa su un secondo, prende il quadro, lo infila del borsone blu dell'Ikea che ha con se, inforca la sua bici malandata e fugge nella notte. L'opinione pubblica non sa dell'accaduto e la polizia, guidata dall'arcigno Commissario Petrella, cerca di mantenere l'accaduto segreto esponendo una copia e di ritrovare il celebre quadro.
L'idea di partire da un evento certo straordinario ma comunque reale ha dato a questo romanzo una marcia in più. Soprattutto mi ha dato l'idea di qualcosa di plausibile, perché no, reale. Certo il quadro è tornato al suo posto in Olanda, tutto il mondo può ancora apprezzare i suoi chiaroscuri, i suoi colori e quello sguardo genuino e penetrante, quindi in un certo senso sappiamo come la storia, seppur inventata, andrà a finire. Tuttavia il romanzo non si limita ad un'indagine di polizia, anzi è molto ma molto di più. Il furto, strano e rocambolesco, è solo il punto di partenza per scoprire le vite di due personaggi principali, Martino e Petrella. Il ladro e il commissario. Ora, starete pensando, il cattivo e il buono. Assolutamente no. L'autore ribalta completamente i ruoli e ci propone un ladro semplice e ingenuo, che certo santo non è, ma che in fondo non fa del male a nessuno. Martino guarda il mondo con gli occhi dello sconfitto, di colui che non solo aveva poco ma quel poco l'ha perso per colpe sue. L'arrivo nella sua via di Griet è una svolta. Accende in lui la luce della speranza, la voglia di rimettere in sesto quel po' che è rimasto della sua vita. In un certo senso alcuni tratti di questo personaggio mi hanno ricordato il Marcovaldo di Calvino, estraneo nella città in cui vive da anni, ma anche dalla vita che egli stesso vive, un ladro non ladro, che guarda il mondo con gli occhi ingenui del ragazzo di provincia, che si ritrova in situazioni si bizzarre ma anche maledettamente perfette per quel momento.
Dall'altra parte abbiamo invece il Commissario Petrella, violento, imbroglione, calcolatore, menefreghista, colui che dovrebbe fare il bene e pensare alla sicurezza dei cittadini ma che invece pensa solo alla sua nomea di ripulitore della città, che punisce ogni sgarbo con veri e propri soprusi. E' grazie al suo personaggio che scopriamo anche il lato brutto di Bologna, quello marcio e corrotto, che si ritrova tanto nei quartieri dormitorio di periferia, quanto in seno alla Questura.
E' un romanzo sulla giustizia, e non quella che riguarda il furto, no quello sappiamo che andrà a finire bene, anzi in maniera quasi comica. No, sto parlando della giustizia dei piccoli sui grandi, delle nullità sui nomi risonanti, ma anche di una figlia su un padre.
La sola cosa che mi ha lasciato con l'amaro in bocca è il ruolo di Beppe Mangone, il suo personaggio spicca in un certo senso tra gli altri perché è una mezza via, è il buono e il cattivo insieme, vittima e carnefice, ma è anche l'unico che non ha giustizia, che rimane con un pugno di mosche.
Un giorno come un altro è uno di quei libri che scopri per caso ma che subito ti fanno capire che c'è speranza, che c'è uno zoccolo duro di autori italiani bravi, che sanno scrivere, che hanno buone idee e che magari meriterebbero un po' più di visibilità. Avanti editori, fate spazio tra le vostre fila!!
Voto
Alla prossima
Eliza
4 comments
Felicissima che ti sia piaciuto!!!! Ero convinta non potesse essere altrimenti ma un po' di paura la avevo...mi sarei sentita in colpa!
RispondiEliminaEh già, uno zoccolo duro lo abbiamo, peccato sia poco considerato dalle grandi case editrici e spesso anche dai lettori stessi. Spero in un cambiamento!!! :)
No che in colpa! E comunque si, mi è piaciuto molto! ;)
EliminaSpero di trovarlo anche io bello!
RispondiEliminaSperiamo! ;)
EliminaINFO PRIVACY
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Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!
Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo è il posto giusto per voi...Commentate!^^