BlogTour. Canta per me di Annalisa Caravante - 1 tappa, La famiglia ieri e oggi.
Buongiorno amici lettori!
Vi avevo avvertito che maggio sarebbe stato il mese dei blogtour? Ebbene, eccone qui un altro. Oggi infatti ho il piacere di ospitare la Prima tappa del blogtour organizzato da Annalisa Caravante per il lancio del sul libro Canta per me. Non vi risulta nuovo questo titolo? E avete ragione, ho infatti già recensito il libro (QUI per leggere la recensione).
Prima di entrare nel vivo della tappa, vi riporto qui tutte le date del tour con i blog ospitanti...
- venerdì 9 maggio alle 15 su In viaggio con i libri
- data da definirsi su Cancelli di carta
- data da definirsi su Scintille d'anima
... e vi riporto i dati del libro...
Titolo: Canta per me
Autore: Annalisa Caravante
Editore: Arpeggio Libero
Pagine: 450 circa
Cartaceo: € 13,00 (in offerta per 10 giorni)
Autore: Annalisa Caravante
Editore: Arpeggio Libero
Pagine: 450 circa
Cartaceo: € 13,00 (in offerta per 10 giorni)
Per l'acquisto: Arpeggio libero - Ibs
TRAMACaterina ha 26 anni, un ex fedifrago alle spalle, tre fratelli minori a carico: i genitori, infatti, sono morti improvvisamente in un incidente e da allora è lei, insieme al nonno Francesco e al fin troppo protettivo cugino Mattia ad occuparsi della famiglia. Nel frattempo lavora come receptionist alla Sirena Experimental, una casa discografica situata nei pressi di Caserta, e popolata da una vasta varietà umana: le due amiche Nadia e Manuela, le segretarie dei piani alti, Fabiana e Roberta, incapaci e altezzose, Fabio, il galante superiore con un debole per lei...un universo caotico ma tutto sommato stabile, almeno fino al giorno in cui arriva lui. Francesco Monni, il nuovo autore milanese, un metro e sessanta di arroganza, presunzione, talento e... fascino, ahimé. Perché da sempre il mistero affascina, e attorno alla figura di Francesco, che insieme al Festival e ad un'imminente fusione turberà la quiete della casa discografica, ce n'è molto, di mistero: perché infatti il giovane autore ha abbandonato il palcoscenico? Cosa lo ha spinto ad affidare a ragazzette viziate e prive di talento i suoi magnifici testi? Perché, insomma, ha smesso di cantare?
La mia tappa è incentrata su una tematica molto ricorrente nei libri di Annalisa e che anche in Canta per me ha un suo ruolo importante, e cioè la famiglia. Caterina, la protagonista del romanzo, ha una famiglia che definire impegnativa è dir poco. Si occupa infatti dei tre fratelli minori da quando sono morti i lori genitori, a loro vanno aggiunti dei nonni dolci e affettuosi e un cugino premuroso, pronto a tutto pur di proteggere la ragazza. E sono solo i parenti stretti. E' una famiglia grande e chiassosa, ma molto unita, di quelle che forse ultimamente si stanno anche un po' perdendo. Cosa è cambiato? Beh, senza infilarci in un discorso troppo lungo e noioso, direi che prima di tutto sono cambiate le nostre abitudini. Se una volta ad esempio ci si riuniva tutti intorno alla tavola per colazione, pranzo e cene, oggi è quasi un miracolo ritrovarsi sotto lo stesso tetto a Natale; gli orari non coincidono mai, o quasi: il lavoro, la scuola, l'università, il calcetto e via dicendo. E' il sintomo di una società più "libera", meno vincolata alle convenzioni sociali, ma anche più consumistica e disgregata. Anche il differente ruolo dell'uomo e della donna nella società hanno portato a cambiamenti importanti nella famiglia, basti pensare al fatto che la donna ora lavora pressoché sempre fuori casa. Da qui spesso ne deriva anche un minore numero di figli. Ovvio, non bisogna generalizzare, esistono ancora le grandi famiglie, sullo stampo di quelle di una volta, anche se sempre più spesso scriviamo "grande famiglia" e leggiamo "famiglia allargata". Eh si, perché oramai è un fenomeno sempre più comune quello delle famiglie di divorziati/separati/conviventi che si uniscono formando grandi nuclei familiari, fenomeno praticamente impossibile da immaginarsi anche solo 30 anni fa. Dall'altra parte della barricata troviamo anche famiglie senza figli.
Un'altro argomento sempre più pressante è poi quello delle coppie e delle famiglie di fatto, accettate più o meno dalla società, meno dalla burocrazia e da quel velo di perbenismo che ci portiamo sempre dietro. Qualche passo si sta facendo all'estero, ma in Italia senza matrimonio non si va lontani, come se un pezzo di carta abbia il potere di definire o meno il legame di sangue e/o di affetto che si viene a creare tra persone.
Spero che questa piccola parentesi vi sia piaciuta e magari interessato. Vi do l'appuntamento alla prossima tappa del blog tour di Canta per me!
Alla prossima
Eliza
17 comments
Ciao Annalisa! Ciao Laura!
RispondiEliminaPremetto che non vedo l'ora di avere questo libro tra le mani :D
Annalisa, tu sei napoletana e a Napoli sono ancora molte le grandi famiglie e soprattutto sono ancora importanti le tradizioni e i pranzi insieme, soprattutto quelli delle festività e quelli domenicali, con tanto di partita del Napoli annessa. Quanto c'è della tua vera famiglia nelle tue storie?
Ciao Ginny :) Nelle mie storie c'è tutto quello che ho visto e vissuto da bambina e da ragazza. Ricordo ancora con il sorriso quando insieme a mamma, papà, le mie sorelle, zii e cugini andavamo al mare insieme e la spiaggia diventava nostra con chiacchiere, giochi e battute di spirito. C'era lo zio giocherellone, quello che pescava le telline con cui poi fare il sugo (Sugo che magistralmente si riusciva a preparare sotto le "pagliarelle" dove fermavamo le auto e dove mettevamo una tavola immensa per sederci tutti.C'era il cugino spiritoso, quello che faceva gli scherzi ecc. Insomma era, è, la classica famiglia che partiva dai nonni e finiva col cuginetto appena nato, il cui numero aumentava e aumenta anno dopo anno (Purtroppo qualcuno se n'è andato). Ho preso spunto da loro, ebbene sì, nel bene e nel male, soprattutto in Canta per me. E se ne accorgeranno, eh sì! ;)
EliminaBello! Già vi immagino tutti insieme. Sopratutto il sughetto :p
EliminaSpero proprio che gli farà piacere questa sorpresa allora!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaHm, mi è venuta in mente una cosa! Se nella famiglia di Caterina c'è tanto della tua famiglia, quanto di te c'è nella protagonista?
RispondiEliminaCaterina è spiritosa, un po' musona, ma spesso allegra. Noi due ci siamo conosciute da vicino, aiutami tu a capire se c'è un po' di Caterina in me ;)
EliminaCiao Annalisa, ho letto molte cose scritte da te, e la tua bravura mi ha fin da subito colpita fin dall'inizio, ho sempre adorato profumo d'ottobre e credo che quello sarà sempre il mio preferito, ma volevo sapere una cosa, una domanda che mi facevo da tempo !
RispondiEliminaCome ti è venuta la passione per la scrittura? tu come ti giudichi? Come ti reputi?
Solitamente a chi ti ispiri quando scrivi?
Ciao Catherine, lo stesso nome di Caterina ;) Non ricordo precisamente quando è nata questa passione, credevo nel 2004 quando iniziai a lavorare, ma ho trovato dei quaderni zeppi di racconti ancora precedenti. Io sono una cercatrice, m'intrufolo nei libri, nelle vite degli altri e ricavo storie. Per riprendere la tua citazione, Profumo d'Ottobre, di cui alcuni hanno potuto leggere qualche capitolo su EFP, è nato dai racconti di chi la guerra l'ha vissuta. La mia maestra, anche se non avrei mai potuto conoscerla, è Matilde Serao attraverso le sue opere. Grazie per il tuo intervento.
RispondiEliminaLa famiglia resta alla base della società, ma soffre dei cambiamenti sociali che l'hanno modificata portando allo stravolgimento dei ruoli che prima, in qualche modo, mantenevano un certo ordine. E' vero anche che prima c'era poca libertà e credo sia stata proprio l'assenza di libertà a determinare il cambiamento.
RispondiEliminaCiao, carissima mia Annalisa! Ti ha ispirato in qualche modello di famiglia per costruire questo nucleo familiare di Caterina?
RispondiEliminaCiao Maria Cristina, ho cercato d'inserire nel libro una famiglia quanto più possibile reale, con i lati buoni e i lati cattivi. Di certo non è tanto normale, ci sono Luigi e Ciccio con i loro scherzi, Bo (Beatrice) che gioca a fare la grande pur avendo appena 6 anni e tante altre situazioni in cui a volte mostrano il loro lato un po' Matto.
EliminaBo è molto simile ai bambini attuali, che vengono spesso più maturi degli adulti stessi. Dico questo perché ho a che fare con i bambini ogni giorno e vedo.
EliminaAnnalisa, la presenza dei nonni così vicini nella cura e nell'educazione dei nipoti si riferisce ad una organizzazione molto comune attualmente qui in Brasile (credo anche in Italia), ma dalll'assenza dei genitori a causa di lavoro, che è diverso nel contesto della famiglia di Caterina. Ma la domanda è: Cosa ne pensi di questo trasferimento di responsabilità dalle mani dei genitori alle mani dei nonni?
RispondiEliminaBe', io parto dall'idea che i nipoti siano come altri figli e che, quindi, quando c'è necessità, i nonni possono colmare delle assenze dando poi lo stesso amore. Posso dire che essendo la più grande delle mie sorelle, per due volte sono stata da nonna mentre mamma era in ospedale per partorire le mie sorelle, e con nonna mi sono trovata benissimo.
EliminaSì, tuttavia si tratta di una situazione sporadica. Vedo davvero attualmente un trasferimento di responsabilità, cioè, i nonni sono responsabili di tutto. Ma non so se davvero succede questo in Italia. Qui in Brasile succede molto.
EliminaE come mai è così diffuso in Brasile?
EliminaI genitori vanno a lavorare e i bambini sono sotto la responsabilità dei nonni . Avviene anche per i genitori che abbandonano i figli per i nonni a creare.
EliminaINFO PRIVACY
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Premi: se avete scelto di premiare il mio blog vi ringrazio con tutto il cuore! E' sempre bello veder riconosciuto il proprio lavoro. Tuttavia, per motivi di tempo e organizzazione non posso ritirarli!
Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo è il posto giusto per voi...Commentate!^^