Recensione: Gatti, merletti e chicchi di caffè - Anjali Banerjee

by - agosto 28, 2013

Buongiorno amici lettori!
Questa mattina sul treno ho finito di leggere Gatti, merletti e chicchi di caffè di Anjali Banerjee, autrice che avevo particolarmente apprezzato con La libreria dei nuovi inizi (QUI la recensione). Il romanzo mi era così piaciuto che non vedevo l'ora di leggere questo secondo libro, che non è un seguito ma una sorta di spin off, in quanto l'ambientazione è la stessa e inoltre incontriamo alcuni personaggi già visti nel precedente romanzo. Saranno state le alte aspettative, non so, ma non mi è piaciuto...Andiamo con ordine...

Gatti, merletti e chicchi di caffè

di Anjali Banerjee
ed. Rizzoli
pp. 260
€ 16,50
Trama
Lily Byrne, vedova da poco, decide di lasciare Seattle e di cercare la pace nella vicina Shelter Island. La cittadina di Fairport dovrebbe essere il luogo ideale per realizzare il suo sogno di sempre: aprire una boutique di abiti vintage e sprofondare in mezzo a sete, merletti, organza e chiffon. Ma un grosso gatto bianco che entra nel suo negozio e affila le unghie in un abito da sposa di Versace porta lo scompiglio nella sua vita tranquilla. E lo scompiglio non fa che aumentare quando, per ritrovare il proprietario del gatto, Lily è costretta a uscire dal suo guscio e a frequentare i nuovi concittadini, tra cui una brillante, ragazzina e suo padre: un affascinante dongiovanni che di mestiere fa il veterinario. Così, grazie a un gatto bianco, alla passione per gli abiti vintage e a un magico chicco di caffè, Lily scopre che la felicità e l'amore sono di nuovo a portata di mano.

Recensione
Ah le aspettative...Quando vengono disilluse ci si sente defraudati di un bel sogno. E così, dopo avere letto Gatti, merletti e chicchi di caffè, il mio disappunto è talmente alto che sono contenta di non aver speso neanche un soldo per comprarlo (anche se sono stata spesso tentata), mentre applaudo all'idea di averlo preso in biblioteca. E dire che ero così convinta! Dopo aver letto La libreria dei nuovi inizi ero così entusiasta. La storia non è solo semplice, è pressoché inesistente. Non succede quasi nulla: Lily, dopo la morte del marito Josh (morte che lei non ha ancora superato), decide di cambiar aria e finisce sulla remota isoletta di Shelter Island, dove apre un negozietto di abiti vintage; qui adotta controvoglia una gatta e soprattutto incontra Ben e la figlia Bish (questo fa il veterinario e da alla figlia il nome di un cane...mha!) che entrano nella sua vita. Il succo è questo, giuro! Aggiungeteci giusto, per arrivare a circa 200 pagine, qualche escursione sull'isolotto, un'ex moglie che torna alla carica ma che dopo 3 pagine scompare e degli pseudo spiriti che alla fine non fanno nulla. E' tutto piatto, senza grossi punti di interesse.
Un aspetto che poteva essere interessante è che il racconto viene fatto dal punto di vista di Lily e da quello della gatta. Poteva, perchè quando è la gatta a raccontare lo fa in prima persona, quando la storia è raccontata da Lily lo fa in terza persona...Perchè? Che senso ha farlo così? Vi dirò, questa cosa mi disturbava durante la lettura, ad ogni cambio capitolo ci facevo caso e storcevo il naso. 
I personaggi sono piuttosto noiosi e prevedibili, come prevedibile è la storia (o storia-che-non-c'è!). Ad esempio, Lily dovrebbe essere lacerata dal dolore per la perdita del marito confusa per i nuovi sentimenti che si trova  a provare, ma io tutto questo non l'ho avvertito. O meglio, lei lo dice, anzi lo dice in continuazione, ma una cosa è dirlo una cosa è provarlo e trasmettere quel sentimento. Inoltre per tre quarti di libro sono stata col pensiero "Ma cosa ti costa adottare quella povera gatta? Perchè la vuoi lasciare in un tristissimo rifugio? Sei su un'isola quasi isolata dal mondo, vivi da sola, lavori in casa, hai spazio, ma adottala quella povera bestiola!"...Mi ha fatto venire un nervoso...!! 
La cosa più carina è stata proprio guardare il mondo con gli occhi della gatta, che alla fine si preoccupava per la sua nuova padrona, ma finiva sempre con lo stare  a leccarsi la zampa. L'unico appunto "felino" che posso fare è che la gatta non sa cos è una cabina telefonica, ma sa cosa sono i ferormoni... Sarà stato il gatto di Piero Angela in una vita precedente...
Va bhè, una fregatura di tanto in tanto ci sta...

Voto...





Alla prossima
Eliza

Della stessa autrice:
- La libreria dei nuovi inizi

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5 comments

  1. Ho notato la stessa cosa anche io il racconto in prima e terza persona e mi ha fatto subito stridere i denti! I personaggi poi sono come le ombre che vede micina per il negozio ombre appunto. Insomma il romanzo è scritto anche bene ma niente a che vedere con "La libreria dei nuovi inizi" Poi ho notato anche una grande incongruenza il cottage che acquista la protagonista apparterrebe a zia Ruma, ma nella "libreria dei nuovi inizi" zia Ruma non abitava sopra la libreria appunto? Mah!

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    1. Si infatti! Jasmine va sull'isola per la libreria e ora spunta fuori il cottage ex negozio di caramelle! l'idea di collegare i due libri, senza però fare un seguito, mi piaceva tanto, ma fatta così era meglio lasciar perdere. E' come se avesse voluto rifare La libreria dei nuovi inizi ma cambiando protagonista e sostituendo i libri con i vestiti. Uno spreco...

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  2. volevo leggerlo...ma grazie al tuo commento credo che non sarà una priorità, anzi!!! ;-)

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    1. Ti consiglio con tutto il cuore La libreria dei nuovi inizi, che è molto bello, ma questo no, lascia perdere, risparmia soldi e tempo!

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  3. Quando ho letto il titolo del romanzo mi sono fiondata a cliccare sulla tua recensione perchè pensavo dovesse essere carinissimo: invece, dalle tue parole, mi sembra proprio da evitare!

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